Perché non utilizziamo OSB

HM52 - Abitazioni Ecologiche presta particolare attenzione nella scelta ed uso dei materiali in quanto elementi fondamentali per la salubrità dell'abitazione e l'abbattimento dell'inquinamento indoor.

Molte ditte di prefabbricazione che hanno esigenze di industrializzazione spinta della pareti a telaio utilizzano per controventare le strutture pannelli aggregati di scaglie di legno e colle, i pannelli OSB.

Le colle utilizzate nella costruzione dei pannelli contengono e rilasciano formaldeide.
Esiste ovviamente una normativa di riferimento che stabilisce la quantità massima di formaldeide emessa dai pannelli OSB per poter essere commercializzati, ma purtroppo, in molti casi, in questo anche, la differenza fra le condizioni di test di laboratorio e l'effettiva applicazione in cantiere sposta i valori oltre limiti a nostro avviso tollerabili.

Ci spieghiamo meglio con un esempio pratico: una camera da letto da 14 mq, ipotizziamo in astratto una 3,75x3,75=14,06 mq.

Una camera siffatta ha uno sviluppo pareti di 3,75x2,7 (h) x 4 pareti ossia 40,5 mq di superficie parete alla quale bisogna levare una porta che serve per entrare nella camera (80x210 cm) ossia 1,68 mq e una finestra che si ipotizza pari alla superficie minima di legge ossia 1/8 della superficie calpestabile, nello specifico 14,06/8= 1,75 mq.

Risulta essere quindi lo sviluppo netto pareti pari a 40,5-1,68-1,75= 37,07 mq La superficie del soffitto è pari a quella del pavimento ossia 14,06 mq.

Ebbene, se si utilizzassero i pannelli OSB per costruire la stanza, ne occorrerebbero come superficie totale 37,07+14,06= 51,13 mq A 51,13 mq di pannello OSB classe E1 (classe che definisce l'emissione di formaldeide del pannello, oltre questa classe in europa il pannello non è commercializzabile) corrisponde una emissione di formaldeide pari a 51,13 mq che insistono su 51,13 mc teorici d'aria x 0,124 ppm = 6,34 ppm (metodo UNI EN 717-1 noto come metodo della camera).

E fin qui nulla di strano, ma il problema sorge quando si mette in relazione l'emissione del gas nocivo con il volume d'aria reale della stanza in oggetto.

Il volume d'aria reale della stanza in oggetto è infatti pari a 14,06*2,7= 37,96 mc cioè molto meno rispetto al volume teorico utilizzato per il metodo del calcolo UNI EN 717-1, ciò implica che si ha quindi una concentrazione di formaldeide pari a 6,34 ppm / 37,96 mc = 0,17 ppm ogni mc di aria presente nella stanza

L'organizzazione mondiale della sanità raccomanda come limite 0,1 parti per milione ogni mc di aria.

Se fate i conti sulle camere da letto singole i dati peggiorano in qyuanto l'altezza del locale non varia e quindi l'incidenza dei pannelli sugli spigoli delle stanze (un metro quadro di pannelli incide su mezzo cubo di aria) aumenta proporzionalmente con il diminuire della superficie della stanza.

Il valore di per se potrebbe essere inferiore in quanto l'osb non è quasi mai direttamente a contatto con l'aria della stanza e ciò può valere per l'inverno in quanto il flusso d'aria è dall'interno verso l'esterno (se la casa è a tenuta all'aria altrimenti interviene l'effetto camino), d'estate invece la concentrazione aumenta perché il flusso è inverso e se la stanza ha due pareti perimetrali (ad angolo) l'effetto è aumentato dal surriscaldamento parietale e dal fatto che in realtà si deve contare due volte la superficie di OSB (controventatura del telaio normalmente su entrambi i lati).

Il tutto senza considerare l'uso dei pannelli OSB a pavimento.

Bisogna inoltre tener conto che le prove di emissione in classe E1 sono per la maggior parte misurate con il metodo UNI EN 717-1 (metodo della camera) che prevede il clima della camera di prova con temperatura a 23°C e umidità relativa 43% e un ricambio d’aria completo ogni ora con velocità e un fattore di carico di 1 m2 di pannello esposto per ogni m3 di volume della camera.

Quante abitazioni normalmente condotte hanno questi valori di ricambi d'aria? solo le abitazioni CasaClima Oro/passive/Classe A4 con ventilazione forzata in regime di raffrescamento, mentre le altre tipologie di abitazioni anche se dotate di ventilazione forzata attuano normalmente 0,5 ricambi ora.

Il tutto senza contare l'incidenza delle colle presenti nella porta, nella finestra e nel pavimento in legno e dei mobili, ma è giusto che non sia contata perché questi elementi valgono e incidono allo stesso modo per tutti i sistemi costruttivi.

Con i semplici calcoli sopra riportati abbiamo voluto dimostrare che serve competenza e preparazione tecnica per costruire una abitazione e in particolare che casa in legno non è sinonimo di Bioedilizia: c’è modo e modo di costruire in legno come si può fare della buona BioEdilizia anche con i sistemi di costruzione tradizionale.

HM52 - Abitazioni Ecologiche non utilizza prodotti che contengono colle con rilascio di formaldeide.

 

Pietro Spampatti
Consulente Esperto CasaClima

 

Riferimenti:
http://tinyurl.com/pndw9w4

http://tinyurl.com/kdzpzxc

http://it.wikipedia.org/wiki/Formaldeide

http://www.viviconstile.org/consigli/la-formaldeide-in-casa

Radon

Affrontiamo in questa sezione del sito un argomento poco conosciuto ai più: l’inquinamento interno alle abitazioni dovuto per infiltrazioni di gas radon. Con questo articolo non si vogliono creare allarmismi ma semplicemente portare a conoscenza di un problema che esiste e che quindi deve essere verificato e mitigato al bisogno.


Cosa è il Radon?

Il radon è un elemento chimico naturale, radioattivo, appartenente alla famiglia dei cosiddetti gas nobili o inerti. Scoperto all’inizio del 1900 (Rn 222) è un gas incolore, inodore e insapore e quindi non può essere avvertito dai sensi. Viene prodotto per “decadimento nucleare” dal radio che a sua volta proviene dall’uranio ed è presente fin dalle origini della Terra, in quantità molto variabile, in tutta la crosta terrestre e quindi anche nei materiali da costruzione che da questa derivano (cementi, tufi, laterizi, pozzolane, graniti, ecc.). L’uranio è il capostipite di una catena naturale che attraverso successivi decadimenti del nucleo si trasforma in elementi e isotopi diversi fino a raggiungere l’elemento stabile del Piombo 206. Durante tutto il processo vengono emesse ad ogni trasformazione nucleare radiazioni ionizzanti di diverso tipo (alfa, beta o gamma o combinazioni tra esse). L’uranio e il radio sono elementi solidi, ma il radon è un gas e quindi è in grado di muoversi e di fuoriuscire dal terreno (o dai materiali da costruzione o anche dall’acqua) ed entrare negli edifici.

Non esiste luogo ove il radon non sia presente. In atmosfera si disperde rapidamente e non raggiunge quasi mai elevate concentrazioni, ma nei luoghi chiusi (case, scuole, negozi, ambienti di lavoro, ecc.) può in alcuni casi arrivare a concentrazioni tali da rappresentare un rischio eccessivo.

L’unità di misura del Radon è il Becquerel per metro cubo Bq/m3 che rappresenta il numero di disintegrazioni nucleari che ogni secondo sono emesse in un metro cubo di aria.
In pratica, se si ha una concentrazione, ad esempio, di 400 Bq/m3 vuol dire che 400 nuclei di radon si stanno trasformando, ogni secondo, in ogni metro cubo di aria, emettendo radiazioni.


Effetti sulla salute

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha classificato il radon nel gruppo 1 in cui sono elencate le 75 sostanze fino ad oggi classificate come cancerogene per l’uomo; infatti il gas Radon viene rapidamente espirato, ma i suoi prodotti di decadimento, che sono solidi, rimangono sulle pareti interne dell’apparato bronchiale e qui emettono particelle alfa, producendo danni alle cellule bronco- polmonari, incluso il DNA; I danni prodotti sono generalmente riparati dai meccanismi biologici; in alcuni casi le radiazioni radon uccidono le cellule, ma esiste anche la probabilità che il danno cellulare sia di tipo degenerativo e che la cellula mantenga la sua capacità di riproduzione entrando a far parte di un processo cancerogeno.

Fino ad oggi non sono stati dimostrati altri effetti diversi dal tumore polmonare. Fondamentale importanza assume la combinazione tra fumo di tabacco ed esposizione al radon. Per i fumatori il rischio assoluto di un tumore polmonare causato dal radon viene considerato 15-20 volte superiore rispetto al rischio per i non fumatori.

La probabilità di contrarre il tumore polmonare è proporzionale alla concentrazione in aria e al tempo trascorso nei vari ambienti di vita (case, scuole, ambienti di lavoro, ecc.) e al consumo di tabacco. Non esiste un margine di sicurezza al di sotto della quale la probabilità di contrarre il tumore è nulla. Tuttavia molte organizzazioni scientifiche internazionali, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la Comunità Europea e singoli Paesi hanno fissato dei livelli di riferimento per le abitazioni e per gli ambienti di lavoro al di sotto dei quali ritengono il rischio accettabile. Al di sopra di questi valori, invece, suggeriscono e in alcuni casi impongono di adottare provvedimenti per la riduzione della concentrazione.


Radon in Veneto

Da un primo monitoraggio condotto in tutta Italia negli anni ’90, è emerso che il valore medio regionale di radon presente nelle abitazioni del Veneto non è elevato; tuttavia, secondo un’indagine di approfondimento conclusasi nel 2000, alcune aree risultano più a rischio per motivi geologici, climatici, architettonici, ecc. Gli ambienti al piano terra, ad esempio, sono particolarmente esposti perchè a contatto con il terreno, fonte principale da cui proviene il gas radioattivo nel Veneto.

La delibera regionale veneta - n. 79 del 18/01/2002 - fissa in 200 Bq/m3 il livello di riferimento di radon nelle abitazioni e, recependo i risultati della suddetta indagine, individua preliminarmente i Comuni “ad alto potenziale di radon”.

Non tutte le abitazioni di un Comune a rischio sono inquinate dal radon, in media circa 15 ogni 100 possono superare il livello di 200 Bq/ m3. Non è escluso, d’altro canto, che abitazioni situate fuori dai Comuni a più alto potenziale possano presentare elevate concentrazioni di radon.

Il Decreto Legislativo 241/2000 (che modifica e integra il precedente Decreto Legislativo 230/95) ha introdotto la valutazione e il controllo della esposizione al radon nei luoghi di lavoro (scuole incluse). Nel decreto sono individuate, in una prima fase, alcune tipologie di luoghi di lavoro: catacombe, tunnel, sottovie e tutti i luoghi di lavoro sotterranei per i quali i datori di lavoro hanno l’obbligo di effettuare misure e valutazioni.

Il decreto fissa anche un livello di riferimento di 500 Bq/m3, oltre il quale il datore di lavoro deve intervenire con più approfondite valutazioni ed eventualmente con azioni di bonifica.

Per conoscere il livello di inquinante presente nella propria abitazione o ufficio, è possibile rivolgersi a ditte idoneamente attrezzate, che tramite particolari rilevatori effettuano tale misurazione.

L’ARPAV - Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto - al fine di fornire un utile servizio ai propri cittadini, predispone un continuo aggiornamento del primo elenco di organismi e ditte che effettuano misurazioni nelle abitazioni del Veneto secondo procedure standard individuate dall’ARPAV stessa. Per maggiori informazioni potete consultare il sito web dell’ARPAV (www.arpa.veneto.it) sezione Agenti fisici - Radon.

Anche in materia di prevenzione e di tutela della salute del cittadino il Veneto, con la delibera regionale n. 79, si dimostra attivo e primo in fila fra le regioni italiane, manca però un ultimo passaggio: chi scrive auspica che tale delibera sia al più presto recepita dalle amministrazioni comunali e siano adeguati di conseguenza i regolamenti edilizi (RE).


Come si misura

Gli strumenti per la misurazione del radon possono essere di due tipi: a elettrete o a tracce nucleari. Il sistema ad elettrete è il più adatto per le misurazioni nelle abitazioni private. Si tratta di un dispositivo delle dimensioni di un pacchetto di cerini o di un bicchiere che viene sistemato nell’ambiente che si vuole misurare. Nel dispositivo, costruito con comuni plastiche del tutto innocue, è presente un materiale sensibile alle radiazioni alfa emesse dal radon e dai suoi prodotti di decadimento che, attraversando il materiale, vi imprimono delle tracce indelebili. Al termine dell’esposizione il dispositivo viene portato in laboratorio ed analizzato. Il numero delle tracce rivelate è proporzionale alla concentrazione del gas radon presente nell’ambiente in esame. A causa della elevata variabilità della concentrazione di radon la misura deve essere protratta per un intero anno, possibilmente suddivisa in due semestri corrispondenti ai periodi caldi (primavera- estate) e freddi (autunno-inverno).

Il costo di una singola misura di radon si aggira intorno ad alcune decine di euro.

Recentemente sono stati introdotti sul mercato da start-up innovative strumenti portatili dall’uso semplice e sicuro.

HM52-Abitazioni Ecologiche si è dotatata del miglior strumento portatile di rilevazione: CANARY


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Perché il radon penetra nelle abitazioni?

Tipicamente il radon entra nelle case direttamente dal suolo attraverso fessure, crepe, cantine con pavimentazione naturale, tubazioni, ecc.

La principale causa dell’afflusso di radon negli ambienti chiusi è la differenza di pressione che si viene a creare tra l’interno e l’esterno degli edifici. Normalmente l’interno delle case è in depressione rispetto all’esterno. Questa depressione (solo pochi Pascal) è causata soprattutto da due fenomeni: l’effetto camino e l’effetto vento. L’effetto camino è dovuto alla differenza di temperatura tra interno ed esterno della casa, in funzione della quale si forma una differenza di pressione. In conseguenza a questa depressione interna, l’aria fredda contenente radon viene risucchiata dal terreno. Quanto più caldo è l’interno della casa e quanto più freddo è l’esterno, tanto più marcato sarà l’effetto. Normalmente in ambienti o case non riscaldate la concentrazione di radon è minore. Spesso il problema del radon si presenta solamente in concomitanza della fase di riscaldamento. Con una differenza di temperatura di 30 °C, si crea normalmente una depressione di circa 1,3 Pa. e di conseguenza attraverso una crepa larga 1 millimetro e lunga qualche metro, possono essere aspirati dal terreno diversi metri cubi d’aria all’ora. L’effetto vento è invece dovuto alla differenza di velocità dell’aria tra esterno ed interno della casa.

Oltre a penetrare nelle abitazioni attraverso crepe e fessure il radon può penetrare attraverso cantine senza pavimentazione oppure attraverso le tubazioni degli impianti.


Provvedimenti per gli edifici esistenti

La penetrazione del radon all’interno di una abitazione dipende in primo luogo dalla permeabilità dell’involucro a contatto con il terreno. La prima cosa da fare consiste nel valutare per mezzo di una corretta e prolungata rilevazione la concentrazione del gas radon nei vari ambienti: solo avendo ben presente la situazione è possibile attuare una corretta strategia di bonifica.

La prima e più semplice azione antiradon da attuare per gli edifici esistenti è quella di aumentare la ventilazione degli ambienti (in modo naturale o forzato). In presenza di locali interrati chiudere e sigillare crepe o fessure e se possibile prevedere la sostituzione delle porte del vano scala con serramenti a tenuta all’aria, in modo da evitare la risalita dell’aria e il conseguente trasporto del radon dallo scantinato verso i locali abitati. Si raccomanda inoltre di non stazionare, anche d’estate, per lungo tempo nei locali interrati. Se ciò non fosse sufficiente bisogna intervenire in maniera più invasiva attuando i metodi rappresentati nello schemi di risanamento.


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Provvedimenti per edifici nuovi

Nel caso di nuove costruzioni è consigliabile:

1. Prevedere un’ottima tenuta all’aria delle fondamenta, per esempio con una fondazione a platea impermeabilizzata anche nella parte sottostante e non solo lateralmente - una buona soluzione consiste nell’uso di coibente 100% impermeabile all’acqua e al radon come il vetro cellulare - una ottima occasione per fare anche bioedilizia.

2. Evitare di fare cantine senza pavimentazione o con pavimentazione posata a secco

3. Evitare collegamenti aperti tra la parte interrata ed il vano scala ed utilizzare fra i due piani porte a chiusura ermetica

4. Evitare locali a lunga permanenza nel vano interrato e siminterrato.

5. Prevedere in fase di progettazione un sistema di aerazione sotto l’edifico (vespaio areato o sistema ad igloo/muretti)

6. Posare preventivamente in fase di realizzazione del basamento una spirale fatta con un tubo flessibile microforato e convogliato in un pozzetto esterno all’edificio: in caso di necessità sarà sufficiente collegarvi un ventilatore centrifugo assiale e aspirare così da sotto l’edificio l’eventuale radon in eccesso.


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Approfondimento:

http://www.arpa.veneto.it/prevenzione-e-salute/ambiente-e-salute/fattori-ambientali-e-salute/radon

 

ELENCO DEI COMUNI VENETI A RISCHIO RADON

È importante sottolineare che l'identificazione delle aree a rischio radon è soggetta a continui aggiornamenti. Sono previsti ulteriori approfondimenti di misura, nonché l'utilizzo di migliorie delle tecniche elaborative, anche in accordo con le indicazioni che saranno fornite a livello nazionale dalle sedi competenti.


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Qualità dell'aria e inquinamento indoor

Benessere percepito. Quante volte siete entrati in una abitazione e avete avuto una bella sensazione di benessere? e al contrario... esistono luoghi chiusi dove l’unica cosa che viene voglia di fare è uscire “a prendere una boccata d’aria”...Perché?
Quali sono i fattori che determinano il così detto benessere percepito all’interno di spazi confinati chiusi (indoor)?
Gli aspetti chimici, fisici e psichici che entrano in gioco sono veramente tanti e nella maggior parte dei casi sono variabili da individuo ad individuo; alcuni fattori sono però fondamentali, vediamo insieme quali:

• Temperatura
• Umidità
• Illuminazione
• Qualità dell’aria

I primi tre fattori saranno oggetto di trattazione in futuri articoli... in questo numero cerchiamo di affrontare, in modo semplice, il fattore più trascurato ma a nostro avviso il più importante: la qualità dell’aria interna delle nostre abitazioni.
Mediamente, delle 24 ore di cui è composta una giornata, almeno 20/22 sono trascorse in ambienti chiusi quali abitazioni, uffici, scuole, edifici pubblici, veicoli... di queste 20/22 ore il 60/70% è vissuto nelle nostre abitazioni.
È stato più volte dimostrato che in alcuni ambienti della nostra casa la concentrazione di inquinanti indoor è a volte più alta rispetto all’esterno.
Ma cosa sono gli inquinanti indoor e come si generano?
Gli inquinanti indoor sono sostanze chimiche tossiche di natura perlopiù gassosa generati direttamente da emissioni interne o da fonti esterne per infiltrazione.
Se la fonte di inquinamento è l’aria esterna, le concentrazioni che risultano presenti all’interno delle nostre abitazioni sono, tranne nel caso del gas radon, per lo più uguali o inferiori a quelle esterne. La fonte inquinante esterna più comune è il traffico veicolare che emette ossido di carbonio, di azoto e altre sostanze tossiche che entrano nelle nostre abitazioni per lo più attraverso l’effetto camino.
L’effetto camino è dovuto alla differenza di temperatura tra interno ed esterno della casa, in funzione della quale si forma una differenza di pressione. In conseguenza a questa depressione interna, l’aria fredda esterna contenente le sostanze tossiche inquinanti viene risucchiata all’interno delle nostre abitazioni. Quanto più caldo è l’interno della casa e quanto più freddo è l’esterno, tanto più marcato sarà l’effetto. Normalmente in ambienti o case non riscaldate la concentrazione di inquinamento indoor è minore. Con una differenza di temperatura di 30°C, si crea normalmente una depressione di circa 1,3 Pascal e di conseguenza attraverso una crepa larga 1 millimetro e lunga qualche metro, possono essere aspirati diversi metri cubi d’aria all’ora. Un’altra fonte esterna di inquinamento, molto pericolosa ad alte concentrazioni, è il gas Radon, argomento trattato nel numero 03 di Architettando liberamente scaricabile dal sito hm52.it.
Oltre al gas Radon, gli inquinanti più pericolosi sono quelli che si formano e si diffondono all’interno dei locali attraverso azioni quotidiane di normale vita domestica, oppure, a causa delle emissioni di solventi organici scaturiti dagli elementi con cui sono costruiti e arredati i locali delle nostre abitazioni.
Attraverso l’uso dei fornelli, dei caminetti, delle stufe, dei scaldabagni e dal fumo di tabacco si generano ossido di carbonio e ossido di azoto.
Attraverso la moquette, la tapezzeria, le colle, le vernici con cui sono costruiti i nostri mobili e attraverso le pitture si generano formaldeide, benzene, stirene, toluene ecc.
Attraverso l’uso dei comuni prodotti per l’igiene e la pulizia della casa si generano infine vari composti organici volatili (VOC).
Gli inquinanti indoor possono provocare vari tipi di disturbi e sono talmente diffusi che per identificarli è stata coniata dagli esperti di settore l’espressione inglese Sick Building Syndrome ossia Sindrome dell’Edificio Malato. Gli effetti dell’Edificio Malato si manifestano sottoforma di irritazioni, reazioni cutanee, cefalea, nausea, vertigini, irritabilità, e affaticamento.
Spesso risulta difficile dimostrare la relazione dei sintomi sopra descritti con la sindrome dell’Edificio Malato perché la Malattia Connessa all’Edificio (Building Related Illness) è piuttosto subdola inquanto deriva dalla esposizione prolungata a basse concentrazioni di sostanze tossiche ed è quindi diagnosticabile solo dopo che sono state escluse altre cause e solo dopo aver analizzato l’ambiente in cui vive l’ammalato ed il suo stile di vita.

Quali sono le azioni da mettere in campo per attenuare l’inquinamento indoor?
La prima cosa da fare è arieggiare: aprire le finestre della casa anche più volte al giorno è l’azione più semplice ed efficace che si può effettuare. Certo, arieggiare d’estate oltre che salutare è anche gradevole, ma d’inverno?
Il problema dell’arieggiamento minimo si manifesta chiaramente d’inverno quando le temperature rigide esterne sono un forte deterrente all’arieggiamento manuale che si ottiene aprendo le finestre... esistono però delle buone soluzioni impiantistiche anche per risolvere questo problema: gli impianti di ventilazione centralizzata o puntuale.
Gli impianti di ventilazione sono delle macchine che fanno circolare in modo meccanico l’aria aspirandola dai locali più inquinati, come i bagni e la cucina, per poi reimetterla nei locali giorno e nelle camere da letto. L’aria aspirata, prima di essere espulsa all’esterno, cede quasi tutto il suo calore all’aria pulita entrante attraverso un meccanismo di scambio di calore; in questo modo la perdita di calore è minima ma sono garantiti i ricambi aria necessari per mantenere salubri tutti i locali.
Gli impianti di ventilazione centralizzata sono molto efficaci ma richiedono la posa delle canalizzazioni e sono quindi molto indicati in fase di realizzazione di nuovi edifici o ristrutturazioni pesanti.
Le macchine di ventilazione puntuale sono invece un buon compromesso per gli edifici esistenti in quanto meno intrusive in fase di installazione.
È infatti sufficiente praticare un foro su una parete esterna e infilarci la macchina di ventilazione, che per funzionare ha bisogno solo della corrente elettrica.
Questo tipo di macchina funziona in modo alternato: prima aspira per un determinato lasso di tempo l’aria dall’interno espellendola all’esterno e poi, invertendo il senso di rotazione della ventola, aspira l’aria dall’esterno e la immette nei locali interni. A ridosso della ventola è inserita una piastra ceramica che si scalda quando il ciclo aria va dall’interno verso l’esterno e si raffredda cedendo il calore all’aria pulita quando il ciclo va dall’esterno verso l’interno; La differenza di temperatura fra l’aria uscente e quella entrante è in media di 2 °C.

Esiste anche un altro modo per aiutare a mantenere alto il livello di qualità dell’aria interna alle nostre abitazioni: l’uso di piante da appartamento.
Alcune piante, più di altre, svolgono una valida azione depuratrice dell’aria.
Le specie vegetali più efficaci per l’attenuazione delle sostanze nocive presenti nelle nostre abitazioni sono:

1. Areca (Chrysalidocarpus lutescens): contro quasi tutti gli agenti inquinanti.
2. Ficus robusta: il migliore tra i ficus.
3. Palma rhapis excelsa: ottima per purificare
4. Chamaedorea seifrizii: contro formaldeide, benzene e tricloroetilene. Ideale per umidificare l’aria secca in inverno.
5. Dracena deremensis: la più efficace tra le dracene.
6. Dracena massangeana: utile contro la formaldeide.
7. Dracena marginata: perfetta per xilene e tricloroetilene.
8. Edera (Hedera helix): altra pianta contro la formaldeide.
9. Phoenix roebelenii: contro lo xilene.
10. Felce di Boston: umidifica, utile contro la formaldeide.
11. Spatifillo: contro alcoli, acetone, tricloroetilene, benzene.
12. Nephrolepis obliterata: contro formaldeide e alcoli.
13. Filodendro erubescens: la migliore della sua specie.
14. Sansevieria trifasciata: l’ideale per la camera da letto poiché di notte emette ossigeno anziché anidride carbonica.
15. Aloe vera barbadensis: altra pianta da camera da letto.
16. Liriope spicata: contro i vapori d’ammoniaca.


FIGURA-1

 

Ma l’uso delle piante è davvero efficace?
Per farvene un’idea potete consultare i valori riportati in tabella!


FIGURA-2

 

Oltre a filtrare l’aria, le piante aumentano il tasso di ossigeno nell’ambiente, regolano la percentuale di umidità e la concentrazione di ioni nell’aria e in ultimo, ma non per importanza, sono degli ottimi regolatori della psiche umana: donano serenità e benessere.


Un sorriso: 

FIGURA-3

GeoBioFisica e GeoBiologia

analisigeobiofisicaIn base alle leggi attuali, perché un edificio (casa, ufficio, scuola, asilo, ecc.) possa essere definito abitabile, deve essere costruito in modo da assicurare la stabilità della struttura, l’igienicità e la sicurezza degli impianti (idraulico, idrico, elettrico, termico, ecc.). Nulla viene richiesto per tutelare la reale vivibilità, che dipende essenzialmente dall’energia pulita degli ambienti e del luogo, trascurando così tutte quelle congestioni, di origine naturale ed artificiale, che ne abbassano il livello (spesso anche notevolmente).

 

Le principali cause di congestione, rilevate fino ad ora da esperti del settore, sono:

  • Radiazioni cosmo-telluriche, derivate dall’interazione della terra con il cosmo (rete di Hartmann e di Curry, faglie, corsi d’acqua e cavità sotterranei, giacimenti minerali, ecc.)
  • Elettrosmog, generato da tutte le apparecchiature elettriche, dagli stessi impianti tra le mura domestiche, da tutte le linee esterne di distribuzione di corrente, dai cellulari e relativi ripetitori, da antenne radiotelevisive, radar, ecc.
  • Anomalie geomagnetiche (provocate dall’interferenza di materiali metallici sul campo magnetico terrestre).
  • Radioattività, derivata dai materiali da costruzione, dai gas sotterranei e dall’aria.
  • Esalazioni tossiche, provenienti da materiali artificiali e dallo smog esterno.


Abitazioni Ecologiche effettua sul terreno dei propri clienti una analisi Geobiofisica dei luoghi per stabilirne lo stato e attuare in maniera preventiva tutti gli accorgimenti del caso. Le misurazioni effettuate sono le seguenti:

  • Misurazione dell’intensità del campo magnetostatico e deviazione dell’ago magnetico
  • Misurazione di perturbazioni geologiche Misura dell’intensità della radiazioni elettromagnetiche ad alta frequenza ad impulsi e non Misurazione dell’intensità di campi magnetici a bassa frequenza (nT)
  • Misurazione dell’intensità di campi elettrici a bassa frequenza (V/m)
  • Misurazione della concentrazione di radon
  • Valutazione del terreno sotto il profilo degli aspetti energetici: GeoBiologia.

 

GeoBiologia

La geobiologia è il termine coniato dal Dr. Hartmann per quella disciplina che studia il rapporto esistente tra le energie telluriche e gli esseri viventi che con queste convivono.
L’uomo, per far durare più a lungo al sua casa, studiò a fondo le leggi della natura e ne copiò le soluzioni che gli permisero di sfuggire alla disgregazione della stessa.
Di pari passo con il più razionale utilizzo del materiale da costruzione, l’uomo cominciò a dare molta importanza a quelle energie del cielo (energie cosmiche) e della terra (energie telluriche) che per esperienza vedeva agire profondamente sulla materia stessa modificandone la durata nel tempo. Sicchè sceglieva con cura il luogo sul quale costruire, conoscendo l’azione congiunta, sulla natura, dei due campi di forza: tellurico e cosmico.
Mediante le arti divinatorie di prospezione (rabdomanzia) e l’osservazione del comportamento animale, egli decida come e dove inalzare le proprie costruzioni, che nel frattempo avevano assunto, oltre alla funzione di riparo, anche quelle di luogo di culto e di manifestazione del proprio potere, sia economico che politico.
Nel passato l’uomo, come molti altri animali, aveva la capacità istintiva di “sentire” la presenza nel sottosuolo di elementi indispensabili alla vita quali l’acqua, anche in posti impensabili. Facoltà naturali, della propria essenza primordiale, che esulavano dal controllo dei suoi organi di senso.
In tutte le culture antiche, giunte a noi attraverso reperti scritti o scultorei, è presente la figura del sensitivo o radioestesista che, armato dei più disparati oggetti, ricerca e trova l’acqua, come pure altri elementi quali minerali, metalli preziosi, ecc, indispensabili alla storia dell’uomo. L’affinamento di queste facoltà (come la scoperta di pozzi d’acqua) portò i rabdomanti o radioestesisti a percepire anche le energie sottili provenienti dal sottosuolo (disciplina geobiologica) che potevano avere influenze positive o negative sull’uomo e sul suo AMBIENTE di vita.
Ogni manifestazione della materia, sia essa vivente o non vivente, ha un corrispettivo in questo mondo di energie sottili; per cui ad ogni corpo fisico corrisponde un corpo “eterico”, identificando in questo termine il fatto che l’energia che lo compone non è rilevabile con i normali sensi fisici, né con gli attuali strumenti di misura che di tali sensi sono il prolungamento, ma bensì con una strumentazione radiestesica.
Una scala di importanza delle varie manifestazioni energetiche e biologiche, all’atto della ricerca radiestesica secondo il grado di incidenza che ogni singola manifestazione energetica ha nell’equilibrio degli organismi viventi, può essere suddivisa in tre gruppi.
Al primo gruppo appartengono tutte le energie telluriche naturali non derivanti cioè da attività umane.
Al secondo gruppo appartengono invece quelle energie legate al campo magnetico terrestre (rete di Hartmann e di Curry), mentre all’ultimo appartengono quelle derivanti da attività umane in uso ed eventualmente in disuso (fogne attive, pozzi neri, antiche cave, cimiteri in disuso, bacini di decantazione, miniere sotterranee, linee di metropolitana).
All’atto pratico dell’indagine ambientale su un terreno, o all’interno di un’abitazione o di una struttura ad uso civile, la ricerca radiestesica delle energie telluriche del primo gruppo verte sulla verifica della presenza delle seguenti energie naturali: corsi d’acqua sotterranei, faglie umide, falde, faglie radioattive (secche) depositi minerali, radioattività, cavità naturali o grotte.
L’indagine ambientale è finalizzata all’accertamento e rilevamento di punti o zone in cui si manifestano le energie geopatogene, le quali vanno evitate all’atto della progettazione nei terreni che hanno una destinazione ad area edificabile, o su abitazioni dove le perturbazioni geopatiche, che non siano evitabili, vadano a coincidere con i corridoi, le scale, i ripostigli, oppure i disimpegni, poiché le perturbazioni che avvengono su questi campi energetici possono provocare nel tempo delle disfunzioni organiche significative, che potrebbero degenerare in malattie su un tempo di 5-7 anni di esposizione (come dimostrato negli esperimenti del Dr. Hartmann per queste geopatie).

Le misurazioni geobiofisiche e geobiologiche vengono effettuate da personale qualificato e a termine delle misurazioni è fornita una chiara e dettagliata relazione con tutti i risultati della analisi e i consigli sugli opportuni provvedimenti.

L'analisi GeoBioFisica e GeoBiologica dei luoghi è un servizio riservato esclusivamente ai clienti Abitazioni Ecologiche.

 

Resistenza al fuoco

Prova al fuoco su edificio Sofie di tre piani effettuata presso il Building Research Institute di Tsukuba - marzo 2007. L'edificio ha resistito a un incendio della durata di un'ora conservando le sue proprietà meccaniche e lasciando inalterata la sua struttura portante, con prestazioni del tutto paragonabili a quelle di edifici in muratura o cemento armato.

 

Resistenza sismica

“Bisogna cambiare mentalità e pensare di cominciare a costruire i nuovi edifici sia per la salvaguardia delle vite umane sia per la salvaguardia del patrimonio edilizio, anche per terremoti di forte intensità, e questo non solo per gli edifici strategici (ospedali, caserme etc.), ma anche per gli edifici residenziali. Con il legno X-lam (Cross-lam – compensato di tavole - ndr: famiglia alla quale fanno parte i pannelli BBS) questo è possibile a costi contenuti, come dimostrato dall’edificio di 7 piani testato a Kobe, in Giappone, che ha sopportato 7 terremoti dati in serie d’intensità distruttiva senza mostrare deformazioni residue apprezzabili.
Negli ultimi anni i progressi nel campo del legno strutturale sono stati enormi, con nuovi prodotti - il Cross-lam (ndr: famiglia alla quale fanno parte i pannelli BBS) è uno di questi - e nuovi sistemi di collegamento meccanici (viti impensabili solo due anni fa). Senza contare il fatto che il legno è un materiale rinnovabile e quindi ecologicamente sostenibile."
Ario Ceccotti, ingegnere civile e direttore del Cnr-Ivalsa - 8 Aprile 2009

 

TEST SISMICO SU EDIFICIO SOFIE DI 7 PIANI

Test: simulazione sisma Kobe 1995: magnitudo 7,2 sulla scala Richter, PGA 0,82 g, intensità al 100%
Data simulazione: 23 ottobre 2007
Luogo: E-Defence (3-D full scale earthquake testing facility) di Miki, la piattaforma vibrante più grande al mondo. Video: GFD Film & Tv Facilities