Ingresso

Una attenta pianificazione iniziale può fare la differenza nell’utilizzo di una abitazione da parte di una persona diversamente abile perché l’accessibilità viene influenzata già dalle primissime scelte progettuali: la posizione e l’orientamento del manufatto, la distribuzione dei parcheggi e del verde, l’attenzione ai movimenti di terra, ai siti in pendenza, alla costruzione di rampe e ascensori ecc.

L’ingresso è il biglietto da visita dell’edificio. È il primo elemento che si incontra e predispone, positivamente o negativamente, lo stato d’animo di chi entra o esce; se questa operazione richiede la presenza di un’altra persona, il soggetto diversamente abile potrebbe finire con l’auto isolarsi pur di non dovere sempre chiedere aiuto. Questo problema va a colpire anche le persone anziane, limitandone i rapporti sociali con le altre persone.

Il percorso per raggiungere l’entrata deve essere accessibile, senza gradini e il più possibile in piano; eventuali dislivelli vanno raccordati per mezzo di rampe. I parcheggi per disabili devono essere posizionati vicino all'entrata dell'edificio e a livelli che non richiedano ripidi collegamenti; nel caso in cui l'ingresso accessibile non coincida con il principale (es. adeguamento di edifici esistenti), l’individuazione va facilitata con una opportuna segnaletica, in modo da evitare una ulteriore discriminazione per le persone con problematiche motorie o visive.

Tutti gli elementi e dispositivi di segnalazione presenti all’ingresso (es. targhe, cartelli di indicazione, numeri civici, campanelli, citofoni, cassette della posta) devono essere posizionati all'altezza più idonea per un corretto utilizzo, tra 120 e 140 cm per chi è in carrozzina (per l’altezza dei terminali si rimanda al capitolo ARREDO FISSO). Campanelli e citofoni devono essere dotati di segnali acustici e visivi e pulsantiere retroilluminate o in rilievo. Un videocitofono può risultare particolarmente comodo per persone con problemi motori o di udito.

 

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L’ingresso principale (ma, se possibile, tutti gli accessi alla casa) deve essere coperto, per proteggere dalla pioggia durante l’apertura della porta, e con una pavimentazione antiscivolo leggermente inclinata per facilitare lo scolo dell’acqua scongiurando la formazione di pozzanghere o ghiaccio. Deve esserci una buona condizione di illuminazione globale e se necessario una ulteriore fonte luminosa diretta sulla serratura per aiutare le persone con problemi alla vista. Porta, pareti, pavimento, corrimano si possono differenziare per contrasto cromatico ma è bene che abbiano una superficie ben riconoscibile anche al tatto. Un piano di appoggio a lato dell'ingresso, sia all’interno che all’esterno, può tornare utile per appoggiare pacchetti, buste della spesa etc. durante l’apertura della porta. Per facilitare l’ingresso delle persone in sedia a rotelle, gli spazi di manovra, davanti e dietro il portoncino, devono essere liberi. L’accesso solitamente è attiguo al soggiorno e vicino alle stanze del disabile per accorciarne i percorsi.

 

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In un edificio di nuova costruzione è bene progettare l’ingresso al piano terra ma, durante l’adeguamento, la ristrutturazione o il restauro di edifici esistenti, possiamo ritrovarci con l’entrata al piano primo, o ad una quota intermedia. In questi casi il dislivello deve essere superato con una rampa adeguata o con sistemi di sollevamento meccanici (per le prescrizioni tecniche si rimanda al capitolo SCALE, RAMPE E ASCENSORI). La realizzazione della sola rampa non garantisce l’accessibilità a tutte le persone: alcuni tipi di disabilità (es. una emiparesi) rendono difficile superare i piani inclinati perchè non garantiscono un buon appoggio quando il peso del corpo viene caricato in modo asimmetrico. La rampa quindi deve affiancare la scala di accesso ma non sostituirla.
A causa della pericolosità della porta di accesso posizionata al termine di una rampa, si deve garantire uno spazio antistante di manovra in piano: almeno 150 x 150 cm se l’apertura è verso l’interno o 150 x 200 cm se questa è verso l’esterno.

 

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Il portoncino d'ingresso deve avere una luce netta di almeno 80 cm e non richiedere una forza superiore agli 8 kg per essere azionato; il meccanismo di apertura deve essere di facile utilizzo anche per chi presenta problemi nell’uso degli arti. Per identificare i visitatori prima di aprire deve essere previsto uno spioncino (o un sistema con telecamera) ad una altezza adeguata.

 

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La normativa consente una soglia di accesso alta 2,5 cm, che per alcune disabilità e le carrozzelle elettriche rappresenta già un notevole ostacolo; alcune soluzioni costruttive permettono di risolvere il dislivello della soglia (es. inserendo di fronte una caditoia con grigliato e scolina che evitano l'allagamento del vano interno, in caso di pioggia e vento) ma nei casi in cui questa sia necessaria o non si possa rimuoverla, diventa importante sagomarla smussandone gli spigoli o raccordarla alla pavimentazione per facilitarne il superamento.

 

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Le griglie a terra devono essere posizionate a filo della pavimentazione per non creare ostacoli; se si utilizzano griglie composte da elementi paralleli, questi devono essere orientati un modo ortogonale alla direzione di marcia e sufficientemente vicini da non costituire pericolo d’incastro per stampelle, bastoni e ruote di carrozzine. Per questi motivi sono preferibili griglie a maglia quadrata non attraversabile da una sfera di 2 cm di diametro.
Anche gli zerbini d’ingresso vanno incassati nel pavimento e devono essere abbastanza rigidi da non ostacolare l’avanzamento delle carrozzine (es. i tappeti in fibra di cocco sono troppo morbidi). Qualsiasi altro elemento di tappezzeria deve essere fissato solidamente.

Nei casi in cui fosse necessario installare di bussole d’ingresso, cancelletti a spinta e sistemi automatici di apertura, le dimensioni e i tempi di apertura/chiusura devono essere verificati in modo che non diventino un ostacolo. Le porte girevoli vanno considerate inaccessibili.