Ufficio domestico
L’uso sempre più massiccio del computer, dell’informatica e di internet nel mondo del lavoro consente ad un numero crescente di persone, di lavorare per buona parte del tempo “in remoto” da casa; questa condizione rappresenta una grande opportunità per le persone con limitazioni motorie, che non sono obbligate a recarsi a lavoro compiendo ogni giorno faticosi spostamenti.
L’ "ufficio” può quindi trovare posto in casa, in una stanza dedicata, o in mancanza di questa, in un corridoio ampio, in soggiorno “separato” dal resto della stanza con una libreria, in camera contenuto in un armadio del guardaroba. Un mobile "secrétaire" può contenere tutto al suo interno e può essere chiuso quando non serve. L’ufficio domestico può essere anche uno spazio in cui si svolgono altre funzioni (comunicazioni, contabilità, etc.), l’importante è che sia accessibile, funzionale e dotato di tutte le attrezzature necessarie.
L’elemento principale è senz’altro la scrivania, che deve contenere gli strumenti di lavoro cioè computer (fisso o portatile), telefono, stampante etc. Il piano di lavoro deve essere profondo 80 cm (almeno 60-65 cm se addossata alla parete) e largo almeno 120 cm (meglio 150 cm).
Il monitor non deve affaticare la vista quindi va posto ad una distanza di 50-60 cm, centrale rispetto alla seduta, in modo che l’altezza degli occhi coincida con l’inizio della pagina di lavoro.
La tastiera va avvicinata al monitor in modo che gli avambracci possano scaricare il peso dalle spalle, posandosi sul piano di lavoro in modo da formare un angolo retto con il tronco.
Il ripiano estraibile per la tastiera, presente in alcune scrivanie, non da questo appoggio e costringe a mantenere una postura scorretta.
Come qualsiasi altro tavolo, la scrivania non deve presentare sotto al piano, elementi come ripiani o cassetti laterali, che possano ostacolare l’avvicinamento di una sedia a rotelle e l’inserimento delle gambe; lo spazio libero deve essere valutato in base alle dimensioni della persona seduta. In genere l’altezza libera necessaria è di 75 cm mentre la larghezza varia dai 70 cm, se ci si infila sotto frontalmente, ai 90 cm se per sistemarsi alla scrivania si deve compiere una curva di 90°.
Poter disporre di un piano di lavoro regolabile sarebbe la condizione ideale per avere sempre la scrivania alla giusta altezza e lavorare comodamente; questa soluzione è ottimale anche nel caso in cui si debba cambiare carrozzina, andando di fatto anche a modificare la posizione delle ginocchia rispetto al pavimento.
Il case dei computer fissi può essere posato a terra, facendo attenzione che non costituisca intralcio per le manovre, ma questa posizione risulta scomoda per l’utilizzo da seduti. Il cabinet si può tenere sollevato da terra, sotto al piano di lavoro, con delle mensole.
Le periferiche dovrebbero trovare posto sulla scrivania ma sono spesso troppo ingombranti; stampanti e scanner si possono disporre vicino alla postazione di lavoro, su uno scaffale o sulla cassettiera estratta da sotto il piano e posizionata a lato. Una stampante multifunzione consente di risparmiare un po’ di spazio.
Computer, periferiche, telefono, cellulare, macchine fotografiche e tutte le altre attrezzature necessarie al proprio lavoro richiedono l’installazione, vicino alla scrivania, di alcune prese elettriche per l’alimentazione in contemporanea di più apparecchi. Per aumentare il numero di prese, è possibile aggiungere delle scatolette di derivazione, utilizzando delle canaline esterne, in modo da non dovere eseguire nuove tracce nella muratura; perché risultino più accessibili devono essere previste sulla parete posteriore o a lato della scrivania, ad una altezza di circa 110-120 cm da terra.
Scaffalature e armadi sono indispensabili organizzare l’angolo di lavoro e contenere documenti, carte, fotografie, CD in ordine e a portata di mano. I ripiani fissati alla parete dietro la scrivania sono poco raggiungibili per chi è in carrozzina e, poiché anche la profondità della scrivania crea degli impedimenti, non vanno poste più alte di 120 cm da terra, ma devono anche distanziarsi dal piano di almeno 40 cm per non intralciare l’area di lavoro; le mensole non devono avere una profondità maggiore di 25 cm. Un mobile basso o una libreria aperta, a lato o dietro la scrivania può diventare un separè funzionale per schermare e racchiudere lo spazio di lavoro, senza la necessità di inserire un muro tra una zona e l’altra. Bisogna ricordare che l’ultimo ripiano utilizzabile da seduti è ad una altezza massima di 110-130 cm da terra.
L’illuminazione è molto importante in casa me anche nell’ambiente di lavoro; una luce adatta alle attività che si stanno svolgendo, le rende meno impegnative e quindi più piacevoli. La luce naturale è sempre la migliore e quella proveniente da nord è diffusa. Delle tende leggere possono ridurre l’intensità della luce proveniente dall’esterno, in modo che questa non sia diretta e abbagliante e non formi riflessi sul monitor del computer.
L’illuminazione artificiale deve garantire la corretta dose di luce ad ogni ora, sia di giorno che di notte, senza affaticare la vista; le lampade che illuminano puntualmente la scrivania vanno posizionate a una distanza di circa 60 cm dal piano di lavoro, sul lato opposto della mano che si usa maggiormente (i mancini dovranno tenerla a destra) per evitare che si formino troppe ombre. Sono molto comode le lampade con braccio snodabile perché si possono orientare in base alle proprie esigenze.
Si possono utilizzare delle lampadine ad incandescenza con potenza compresa tra i 75 e i 100 watt ma si consigliano lampade fluorescenti a risparmio energetico, di potenza inferiore, che producono anche molto meno calore.
Il passaggio brusco dalla luce all’ombra (tra l’illuminazione dello schermo e la penombra della stanza nelle ore serali e notturne) comporta un continuo affaticamento della vista. In assenza di luce naturale la stanza deve quindi essere illuminata con una luce più diffusa posta sulla parete dietro al computer, con una lampada a muro o dei faretti da applicare alle mensole.
Camere da letto
La camera da letto svolge la sua funzione per lo più nelle ore notturne, quando ci si dedica al sonno ed al riposo, tuttavia, le persone che vivono una disabilità, sono spesso costrette a riposare per più tempo o a rimanere sdraiate a letto per lunghi periodi, anche durante il giorno e non necessariamente per dormire.
In questi casi la camera da letto cede spazio anche ad altre funzioni come lo studio, la lettura la ginnastica etc. Ogni disabilità andrà quindi a modificare l’uso e l’organizzazione della zona notte.
La Normativa impone 9 m2 come superficie minima per una camera singola e 14 m2 per la camera da letto matrimoniale ma nel dimensionamento della stanza non ci si deve limitare al rispetto di questi standard, che in genere produce spazi difficilmente adattabili a quelle che possono essere le esigenze future degli utenti (anziani, persone con bastone, non vedenti, persone con grucce o sedia a ruote).
Per facilitare la disposizione e l’uso degli arredi ed avere spazi di manovra adeguati, la superficie ottimale per una camera singola è di circa 11 m2 (con dimensioni minime di 3x3,6 m), mentre per una matrimoniale accessibile è di circa 16 m2 (con minime di 3,5x4 m).
Una stanza di 20 m2 (con dimensioni minime di 5,5x3,6 m) può essere utilizzata da una coppia di persone con ridotta capacità motoria o su sedia a ruote; si deve sempre tener presente che alcune disabilità richiedono una presenza costante di un assistente e che le stanze devono quindi essere dotate di due letti singoli e non di uno matrimoniale.
Per ottenere un passaggio comodo, tra gli arredi, il letto e le pareti si deve mantenere una distanza di 90-95 cm (i 70 cm che talvolta vengono indicati non sono sempre attraversabili da una carrozzina); lo spazio libero necessario a fianco del letto, per il trasferimento dalla sedia a ruote, è di 120 cm ma portandolo a 150-170 cm si può effettuare anche la rotazione; per l’accessibilità all’armadio serve uno spazio anteriore profondo 120 cm.
Quando si deve adeguare una zona notte esistente alle necessità di una persona con disabilità, ci si può ritrovare con passaggi larghi appena 60 cm, inaccessibili; in alcuni casi si è costretti a spostare l’armadio fuori dalla camera, in corridoio o in un ripostiglio.
Possiamo considerare l’ingombro minimo di un letto matrimoniale pari a 160x200 cm e 60 cm la profondità standard di un armadio.
La disposizione più funzionale in una camera di 14 m2 si ottiene contrapponendo letto e armadio, mantenendo così un buon passaggio; in una camera più ampia, 16 m2, l’armadio può essere posizionato lateralmente in modo tale da lasciare spazio ad una scrivania o andare ad inserire una testiera attrezzata profonda almeno 40 cm; camere di circa 20 m2 consentono soluzioni più articolate come disporre il letto in angolo o in centro alla stanza ricavando una cabina armadio, una zona studio o una piccola palestra.
Una buona camera da letto, per soddisfare le esigenze di tutti dovrebbe:
• consentire spazi di manovra agevoli e sufficienti per rifarsi il letto
• semplificare gli spostamenti tra letto, water e doccia con un bagno accessibile, privato o il più vicino possibile
• avere un guardaroba accessibile (meglio una cabina armadio)
• avere la finitura del pavimento che non intralci il passaggio (es. parquet, moquette corta)
• offrire una adeguata privacy e un accesso ad una zona all’aperto
• essere dotata di un efficace impianto di riscaldamento/raffrescamento
• contenere elementi di intrattenimento (radio, TV, libri) disposti opportunamente
Tutti gli elementi di controllo degli impianti e degli allarmi (apparecchi per la segnalazione sonora e luminosa), interruttori della luce, telefono, citofono e controllo dell’ingresso, telecomandi di televisore, radio etc. devono essere raggiungibili e azionabili anche da chi è sdraiato a letto.
Posizionando adeguatamente le aperture della camera, è possibile offrire una visione più piacevole per le persone che passano molto tempo a letto e garantire un buona illuminazione. La ventilazione è altrettanto importante, per eliminare vapore, odori e umidità dalla stanza.
Le finestre orientate ad est sfruttano completamente la luce del mattino. La luce naturale, però, deve essere sempre integrata da quella artificiale che viene in aiuto delle attività che si svolgono nella camera, a letto, sulla scrivania, nella cabina armadio.
L’illuminazione generale della camera deve essere diffusa, non stancante e gestibile con un interruttore vicino alla porta di accesso e a lato del letto (da entrambi i lati per un letto matrimoniale); una illuminazione puntuale e diretta deve essere prevista vicino al letto (due punti luce indipendenti se si tratta di un letto matrimoniale) e sulla scrivania per poter leggere senza affaticare la vista. Si possono utilizzare lampade con intensità luminosa diversa, dalle classiche abat-jours alle plafoniere a parete, dalle lampade orientabili da tavolo o a piantana ai faretti applicato alla testiera del letto.
Per guardare il televisore in camera, da seduti, evitando di affaticare vista e muscoli, bisogna mantenere una corretta postura del corpo e l’apparecchio deve essere posizionato al meglio (si rimanda al paragrafo Televisori nel capitolo Soggiorno e sala da pranzo). Gli occhi dell’osservatore devono essere allineati allo schermo ma per chi guarda la televisione da sdraiato, questa deve essere posta ad una altezza maggiore, utilizzando appositi supporti da fissare a parete o o soffitto. I modelli più recenti, con schermo piatto, LCD o LED, si prestano bene a questo scopo mentre per i modelli più vecchi e pesanti bisogna assicurarsi che il sostegno sia sufficientemente resistente.
Se si progetta una abitazione o una camera da letto per rispondere alle esigenze di un diversamente abile, è possibile predisporre interruttori, prese elettriche e per l’antenna nei punti necessari ma se si adegua una stanza esistente è bene che i cavi elettrici non rimangano a penzoloni e non intralcino i passaggi. Non si tratta solo di una questione estetica, ma soprattutto di un problema di sicurezza. In questi casi è preferibile adottare una canalina esterna che racchiuda tutti i cavi utilizzati.
Letti
L’elemento fondamentale della camera è sicuramente il letto, che deve essere comodo e adatto alle esigenze di chi vi si sdraia.
Rispetto ad un letto singolo, quello da una piazza e mezza, anche se più ingombrante consente al diversamente abile di girarsi autonomamente, cambiando posizione senza avvicinarsi pericolosamente al bordo.
Un altro aspetto importante per l’autonomia dell’utente (e per facilitare il compito di chi assiste una persona allettata) è l’altezza del letto: da questa dipende, per esempio, la facilità o l’impossibilità di effettuare il trasferimento dalla carrozzina al materasso. Come sempre, in questi casi, non esiste una soluzione universale, quindi l’altezza dovrà essere personalizzata di volta in volta. Una soluzione molto pratica è rappresentata dalle reti regolabili manualmente, attraverso pedali o manovelle, o elettricamente con un telecomando; questi prodotti, molto spesso, non solo si alzano e si abbassano ma, essendo composte da tre elementi, possono essere regolate per sollevare la parte del busto o delle gambe, passando dalla posizione supina a quella seduta. Con l’uso sempre maggiore di questo tipo di reti, i costi, una volta molto alti, stanno diventando più accessibili.
Le sponde sono tra gli accessori spesso indispensabili per proteggere le persone diversamente abili da pericolose cadute accidentali. Non sempre vengono vendute assieme al letto e, in questi casi si possono applicare delle sponde universali adattabili a tutti i letti.
Nei casi in cui la persona abbia la necessità di utilizzare un sollevatore mobile (gestito da un operatore) è indispensabile assicurarsi che uno spazio alto circa 20 cm sia presente a terra, sotto la rete, per consentire l’inserimento delle appendici dell'ausilio.
Cuscini e materassi antidecubito
Per i diversamente abili costretti a letto o seduti nella stessa posizione per molto tempo, i cuscini ed i materassi antidecubito cercano di prevenire le piaghe da decubito. Se il materasso ha fondamentalmente solo questa funzione, il cuscino aiuta anche le persone in sedia a rotelle a mantenere una postura corretta.
Infatti un cuscino sulla seduta, oltre ad assorbire e ridurre gli scossoni e le vibrazioni che la carrozzina trasferisce all’utente quando il terreno non è regolare, distribuisce il peso del corpo in modo più uniforme. Con un cuscino adeguato il bacino ed il busto sono più stabili e di conseguenza le articolazioni mantengono la posizione corretta.
Per un effetto ottimale carrozzina e cuscino dovrebbero essere scelti nello stesso momento.
Comodini
Generalmente il letto viene sempre affiancato da uno o due comodini per tenere a portata di mano quegli oggetti che sono necessari mentre si è a letto; per un abat-jours e una sveglia basta un piccolo tavolino da notte quadrato 35x35 cm (o con un diametro di 40 cm se tondo). Per riporre facilmente riviste, libri o altri oggetti risultano particolarmente comodi da raggiungere da sdraiati, dei modelli un po’ più grandi, con ripiani aperti o con cassetti (cassettiere con ruote possono essere comode perchè spostabili).
Sono da preferire modelli senza spigoli vivi e con forme arrotondate, meno pericolosi in caso di urti o cadute accidentali.
L’altezza del comodino dovrebbe superare il materasso di circa 15-20 cm; dietro la testata del letto, a questa stessa altezza (o a quella più congeniale) può essere inserito un elemento profondo 20-30 cm in modo da avere un ulteriore piano di appoggio a portata di mano.
Alcune persone sono in grado di svolgere autonomamente diverse attività pur essendo obbligate per problemi di salute a restare a letto; in questi casi è necessario un piano di appoggio per mangiare, scrivere, lavorare al computer etc. I vassoi da letto (con delle gambette) non sono molto stabili una volta appoggiati sul materasso, quando la persona si muove. A questi si possono preferire i tavolini servipranzo presenti in tutte le camere d’ospedale, con ripiano regolabile in altezza e nell’inclinazione; in commercio si posso trovare anche dei modelli meno “ospedalieri”. Un appoggio decisamente più stabile si può ottenere con un tavolo dotato di ruote, da far scorrere sopra al letto nei momenti in cui serve e poi spostarlo facilmente; questi tavoli “a ponte” si possono acquistare o realizzare su misura.
Armadi e piani di appoggio
Qualsiasi tipo di ripiano deve essere impostato ad una altezza variabile tra i 40 e i 140 cm per essere raggiunto dalle persone in carrozzina e tra 60 e 160 per tutte le altre persone con problemi motori, che utilizzano stampelle o bastone.
Alla base dei mobili, per consentire un più facile accostamento della carrozzina, si consiglia di mantenere libera la base o inserire uno zoccolo arretrato, alto 20-25 cm.
In genere l’armadio trova spazio sulla parete opposta al letto o su una di quelle laterali. La distanza tra letto e armadio determina la possibilità di utilizzare quest’ultimo, in quanto oltre allo spazio per aprire le ante serve anche lo spazio per manovrare la sedia a ruote. Si deve garantire uno spazio minimo di 120 cm ma, un armadio con ante battenti da 60 cm richiede una profondità di 140-150 cm. Se queste misure si possono progettare in una camera nuova, in quelle esistenti difficilmente si riscontrano; possiamo quindi utilizzare armadi con ante più piccole (es. 45 cm), ma che rendono l’accesso più difficoltoso, o con ante a libro, che piegandosi occupano metà spazio (es. un’anta da 60 cm, aperta occupa 30 cm). Raggiungere il contenuto di un armadio è più facile se le cerniere delle ante consentono una apertura a 180°.
Le ante scorrevoli sono probabilmente la soluzione migliore: le ante a scorrimento planare si chiudono allineandosi, senza sporgere dall’armadio, mentre quelle a sovrapposizione possono occupare qualche centimetro in più. Anche se talvolta le chiusure scorrevoli comportano un ingombro maggiore dell’armadio (64-68 cm), si deve considerare anche che le ante possono essere molto più ampie, anche 150 cm. Le porte scorrevoli sono più facili da aprire (richiedono poca forza) soprattutto se sono ante tamburate o realizzate con materiali leggeri, inoltre non sono pericolose se rimangono aperte, anche per chi presenta problemi alla vista (Fig. 5 e 6).
Le ante con maniglia a “D” o ricavata nello spessore risultano comode per tutti. I meccanismi di chiusura devono essere morbide e facili da azionare.
Quando lo spazio lo consente, è preferibile una cabina armadio in quanto gli spazi di manovra attorno al letto non vengono intralciati in alcun modo e, se è opportunamente attrezzata, tutto risulta a vista e raggiungibile.
Una soluzione non commerciale ma che può essere realizzata e personalizzata a piacimento, è la “parete-armadio”; tubo appendiabiti, ripiani e cassetti si possono organizzare in base alle esigenze. Sostituire le ante con delle tende rende tutto accessibile alla carrozzina.
La parte bassa degli armadi attrezzata con cesti e cassetti su guide metalliche con fine corsa, permettono di visionare tutto il contenuto in modo più comodo rispetto ai ripiani profondi; l’utilizzo di accessori specifici estraibili (portacravatte, aste portapantaloni, cassetti con frontalino trasparente, vassoi suddivisi in scomparti, etc.), aiuta a mantenere tutto in ordine e a portata di mano.
Come per i ripiani, anche le aste appendiabiti, se fissate a 160 cm da terra sono raggiungibili a fatica da chi ha una scarsa mobilità o ha problemi agli arti superiori; gli appendiabiti posti a 140 cm sono raggiungibili da tutti, anche dalle persone in carrozzina. Per contro, questa altezza non consente di appendere abiti lunghi e cappotti. Si può quindi prevedere un appendiabiti più alto dotato di un semplice servetto che consente di portarlo all’altezza adeguata. Questo meccanismo oliodinamico può essere azionato a mano (l’asta o l’asola deve essere lunga circa 80 cm, o comunque raggiungibile anche da seduti) se l’utente è dotato di una certa forza nelle braccia. Siccome riposizionare la barra appendiabiti carica di vestiti può risultare difficile, è bene optare per dei servetti elettrici, azionabili con un telecomando.
L’utilizzo di questo sistema consente di sfruttare bene lo spazio superiore degli armadi in completa sicurezza per tutti (non serve utilizzare sedie o scale per raggiungerlo, con il rischio di cadere). Bisogna sempre tener presente che il meccanismo, una volta abbassato, richiede uno spazio, di fronte all’armadio, di circa 100-120 cm, ai quali se ne devono aggiungere almeno altrettanti per lo stazionamento della carrozzina.
Sollevatori
I sollevatori sono apparecchi che consentono di alzare e trasportare gli utenti disabili che non sono in grado di compiere determinati spostamenti; il sistema di funzionamento può essere sia manuale che elettrico. I sollevatori si possono suddividere in tre tipologie: mobili, fissi, a soffitto.
I primi si compongono di un telaio che regge il braccio con un bilanciere sul quale si fissa l’imbragatura che accoglie la persona. Per consentire l’avvicinamento alla carrozzina e per migliorare la stabilità, la base può essere allargata. Con una imbragatura adatta consentono di spostare l’utente direttamente sopra ai sanitari del bagno o di immergerlo nella vasca. I sollevatori mobili sono tra i più diffusi perché dotati di ruote e quindi spostabili nelle varie stanze, ma richiedono necessariamente la presenza di un operatore che esegua il sollevamento e tutte le altre operazioni. Al momento dell’acquisto è indispensabile verificare che le dimensioni dello strumento consentano gli spostamenti tra gli ambienti della casa e che i movimenti del bilanciere permettano l’accesso alla vasca. Il tipo e il diametro delle ruote influisce sulla mobilità del sollevatore.
I modelli fissi, a parete o a pavimento possono essere la soluzione più adatta se gli spazi sono piccoli; per contro si collocano in modo stabile nella stanza, quindi valutare correttamente il punto di installazione diventa fondamentale per migliorare l’autonomia delle persone. I sollevatori fissi che non richiedono grandi opere murarie sono quelli con piantana bloccata tra soffitto e pavimento a vite o a pressione: l’asta compie un movimento a bandiera ed è comandata elettricamente dall’utente.
Un binario fissato a soffitto permette al sollevatore di compiere un percorso tra ambienti contigui o tra punti diversi della stessa stanza: può essere utilizzato per muoversi dalla camera al bagno, come per spostarsi dal water alla vasca. Questa tipologia di sollevatori può richiedere interventi anche importanti, soprattutto per le modifiche riguardanti le porte ed è bene rivolgersi a ditte specializzate per verificare la fattibilità dell’impianto. Alcuni modelli recenti dispongono di un sistema che consente di far passare il motore da una stanza all’altra, quando si raggiunge una porta; alcune porte a tutta altezza possono essere previste per non ostacolare l’inserimento della rotaia a soffitto. In fase di progettazione si può prevedere di estendere la guida del sollevatore fin dentro ad un apposito “armadio” che contenga ausilio e accessori quando non vengono utilizzati.
La scelta dell’imbragatura richiede particolare attenzione perché ci si deve basare sulla disabilità della persona, in modo da garantirle una buona “vestibilità“, rispetto agli spostamenti da compiere con il sollevatore (dal letto alla carrozzina, dalla carrozzina alla vasca, etc.).
Lavanderia
La lavanderia è uno spazio di lavoro in cui in genere trovano posto lavatrice, asciugatrice, lavella, asse da stiro e armadi; una buona organizzazione e disposizione di arredi ed elettrodomestici rende funzionale anche ambienti molto piccoli e consente di avere tutto a portata di mano.
Una progettazione accessibile prevede: spazio sufficiente per le manovre; piani di lavoro e lavelli all'altezza corretta e ben illuminati; mobili, ripiani e stendibiancheria ben posizionati; elettrodomestici facili da usare e organizzati in modo da semplificare il flusso di lavoro.
Dove è possibile si deve consentire lo spazio per le gambe al di sotto del piano e del lavello per facilitare il lavoro e l’uso degli elettrodomestici.
Se l'utente utilizza soprattutto una mano, rispetto all’altra, o preferisce accostarsi lateralmente o frontalmente agli elettrodomestici, bisogna tenerne conto nella disposizione della lavanderia e nella scelta del verso di apertura della lavatrice o dei mobiletti.
Lavatrici, asciugatrici e stendibiancheria
La zona di lavaggio e quella di asciugatura devono essere vicine per minimizzare spostamenti pesanti e ingombranti; i percorsi devono essere in piano, antiscivolo e sufficientemente ampi da consentire le manovre di una carrozzina (si deve garantire almeno uno spazio di 150 cm di diametro per la rotazione).
Anziani e disabili possono avere difficoltà ad utilizzare lavatrici e asciugatrici con apertura superiore mentre quelle a caricamento frontale possono essere utilizzate da quasi tutti; l'area libera sopra a questi elettrodomestici può servire come banco per disporre cesti del bucato ecc.
Posizionare lavatrice e asciugatrice su un piccolo basamento (o sopra al piano di lavoro se l'utente è in grado di raggiungerle) porta l’apertura ad una altezza più conveniente ma è necessario predisporre un bordo che che impedisca la caduta dell'elettrodomestico a causa delle vibrazioni, durante l'utilizzo.
I comandi posti sulla parte frontale sono più facilmente gestibili e accessibili; anche la presa di corrente deve essere raggiunta facilmente(in caso contrario è bene installare un interruttore a distanza).
Gli apparecchi combinati (lavatrice-asciugatrici) possono rappresentare una valida soluzione in spazi ridotti. Bisogna ricordare che le asciugatrici scaricano nella lavanderia notevoli quantità di vapore acqueo e che questo deve essere in qualche modo ventilato all'esterno.
Lo stendibiancheria a parete, fissato alla giusta altezza e regolabile risulta facilmente accessibile.
Lavelle
La vaschetta della lavanderia è, in genere, un recipiente profondo circa 25 cm, con rubinetti montati sul retro e armadietto sottovasca; queste caratteristiche la rendono difficilmente utilizzabile da una persona in sedia a rotelle.
La lavella si può montare invece su un ripiano basso come illustrato nella sottostante immagine, in modo da poter essere utilizzato da una carrozzina disposta parallelamente al banco; si devono preferire i rubinetti installati lateralmente, possibilmente con bocchetta estraibile, utile per riempire d’acqua contenitori senza sollevarli.
Risulta comodo lasciare dello spazio vicino alla vaschetta per tenere un asciugamano e contenere i detersivi.
Assi da stiro
Non tutte le persone possono o preferiscono stirare stando in piedi; alcune preferiscono sedersi, anche su sgabelli alti, per ridurre l’affaticamento. I normali assi da stiro portatili si possono regolare in altezza ma sono meno stabili rispetto a quelli a scorrimento o ribaltabili da parete, durante l’utilizzo.
L'asse ribaltabile a muro può essere incernierato all’altezza più comoda, in genere 100 cm (se l’asse è più lungo di questa misura, deve chiudersi verso l’alto), ed ha anche il vantaggio di occupare poco spazio quando non viene utilizzato. Il fermo alla base deve essere facile da sboccare ma stabile per evitare il ribaltamento dell’asse durante l’uso.
Bagni
Decreto del Ministero dei Lavori Pubblici, 14 giugno 1989, n.236. Prescrizioni tecniche necessarie a garantire l'accessibilità, l'adattabilità e la visitabilità degli edifici privati e di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata e agevolata, ai fini del superamento e dell'eliminazione delle barriere architettoniche.
4.1.6. Servizi igienici.
Nei servizi igienici devono essere garantite, con opportuni accorgimenti spaziali, le manovre di una sedia a ruote necessarie per l'utilizzazione degli apparecchi sanitari.
Deve essere garantito in particolare:
lo spazio necessario per l'accostamento laterale della sedia a ruote alla tazza e, ove presenti, al bidet, alla doccia, alla vasca da bagno, al lavatoio, alla lavatrice; lo spazio necessario per l'accostamento frontale della sedia a ruote al lavabo, che deve essere del tipo a mensola; la dotazione di opportuni corrimano e di un campanello di emergenza posto in prossimità della tazza e della vasca.
Si deve dare preferenza a rubinetti con manovra a leva e, ove prevista, con erogazione dell'acqua calda regolabile mediante miscelatori termostatici, e a porte scorrevoli o che aprono verso l'esterno.
8.1.6. Servizi igienici.
Per garantire la manovra e l'uso degli apparecchi anche alle persone con impedita capacità motoria, deve essere previsto, in rapporto agli spazi di manovra di cui al punto 8.0.2., l'accostamento laterale alla tazza w.c., bidet, vasca, doccia, lavatrice e l'accostamento frontale al lavabo.
A tal fine devono essere rispettati i seguenti minimi dimensionali: lo spazio necessario all'accostamento e al trasferimento laterale dalla sedia a ruote alla tazza w.c. e al bidet, ove previsto, deve essere minimo 100 cm misurati dall'asse dell'apparecchio sanitario;
lo spazio necessario all'accostamento laterale della sedia a ruote alla vasca deve essere minimo di 140 cm lungo la vasca con profondità minima di 80 cm;
lo spazio necessario all'accostamento frontale della sedia a ruote al lavabo deve essere minimo di 80 cm misurati dal bordo anteriore del lavabo.
Relativamente alle caratteristiche degli apparecchi sanitari inoltre:
i lavabi devono avere il piano superiore posto a cm 80 dal calpestio ed essere sempre senza colonna con sifone preferibilmente del tipo accostato o incassato a parete;
i w.c. e i bidet preferibilmente sono di tipo sospeso, in particolare l'asse della tazza w.c. o del bidet deve essere posto ad una distanza minima di cm 40 dalla parete laterale, il bordo anteriore a cm 75 - 80 dalla parete posteriore e il piano superiore a cm 45 - 50 dal calpestio.
Qualora l'asse della tazza-w.c. o bidet sia distante più di 40 cm dalla parete, si deve prevedere, a cm 40 dall'asse dell'apparecchio sanitario, un maniglione o corrimano per consentire il trasferimento; la doccia deve essere a pavimento, dotata di sedile ribaltabile e doccia a telefono.
Negli alloggi accessibili di edilizia residenziale sovvenzionata di cui al capo II, art. 3 deve inoltre essere prevista l'attrezzabilità con maniglioni e corrimano orizzontali e/o verticali in vicinanza degli apparecchi; il tipo e le caratteristiche dei maniglioni o corrimano devono essere conformi alle specifiche esigenze riscontrabili successivamente all'atto dell'assegnazione dell'alloggio e posti in opera in tale occasione.
Nei servizi igienici dei locali aperti al pubblico è necessario prevedere e installare il corrimano in prossimità della tazza w.c., posto ad altezza di cm 80 dal calpestio, e di diametro cm 3 - 4; se fissato a parete deve essere posto a cm 5 dalla stessa.
Nei casi di adeguamento è consentita la eliminazione del bidet e la sostituzione della vasca con una doccia a pavimento al fine di ottenere anche senza modifiche sostanziali del locale, uno spazio laterale di accostamento alla tazza w.c. e di definire sufficienti spazi di manovra.
Negli alloggi di edilizia residenziali nei quali è previsto il requisito della visitabilità, il servizio igienico si intende accessibile se è consentito almeno il raggiungimento di una tazza w.c. e di un lavabo, da parte di persona su sedia a ruote.
Per raggiungimento dell'apparecchio sanitario si intende la possibilità di arrivare sino alla diretta prossimità di esso, anche senza l'accostamento laterale per la tazza w.c. e frontale per il lavabo.
Tra gli ambienti domestici, il bagno, richiede una maggiore attenzione: gli spazi, che sono in genere ridotti, devono consentire l’autonomia delle persone con disabilità, in completa sicurezza. Il bagno è uno degli ambienti in cui più frequentemente avvengono gli incidenti domestici, in particolare traumi da caduta.
La Normativa vigente delinea dimensioni e misure da rispettare per ottenere un bagno accessibile ma non tutte le disabilità hanno bisogno delle stesse soluzioni, anche perché le specifiche esigenze degli utenti possono variare nel tempo.
Le attività che vi si svolgono rendono spesso difficile e costosa la realizzazione di un bagno nuovo, quanto l’adeguamento di uno esistente; è quindi molto importante concentrarci sulle persone che dovranno utilizzarlo, andando ad elaborare soluzioni personalizzate, evitando lavori e spese inutili.
Convertire un bagno esistente in uno accessibile può diventare un progetto ambizioso perché significa avere molti vincoli (impianti, porte, muri perimetrali, etc.). Progettare sin dall’inizio i bagni perché siano adattabili semplifica notevolmente quelle operazioni che possono diventare, per vari motivi, necessarie nel tempo; questa idea può essere applicata a tutta la casa per esempio organizzando gli ambienti in modo che stanze separate possano essere accorpate se ve ne fosse bisogno.
Perché l’ambiente corrisponda ai reali bisogni dell'utente, è importante verificare il suo livello di mobilità ponendosi delle domande:
• la persona utilizza ausili per la mobilità (carrozzina, comoda, deambulatore, etc.)?
• quale spazio di manovra sarà necessario?
• la persona è in grado di sollevarsi e spostarsi tra i sanitari o ha bisogno di qualche supporto?
• si può trasferire tra i supporti in una direzione migliore rispetto ad altre?
• la persona riesce ad azionare i comandi standard (rubinetto, miscelatore, doccetta, sciacquone, etc.) o sono necessarie alcune modifiche?
• le esigenze della persona sono destinate a cambiare nel tempo?
Riuscire a rendere il bagno efficiente e funzionale senza però dargli un aspetto ospedaliero, contribuisce a non sottolineare alcuna differenza tra le persone.
Buona norma è posizionarlo al piano terra, ma se la casa ha più livelli è opportuno avere un bagno, o almeno un WC, ad ogni piano. Un servizio igienico privato collegato alla camera da letto è molto comodo, in particolare per le persone diversamente abili; nel caso in cui questo fosse l’unico bagno della casa o della zona notte, potrebbe essere opportuno renderlo accessibile anche dal corridoio, con l’aggiunta di una seconda porta, per le camere vicine.
In genere più il bagno è grande, maggiore è la mobilità consentita, ma anche un bagno minimo può essere adeguato e consentire libertà di movimento tra arredi ed impianti; bisogna sempre verificare la fruizione di ogni singolo sanitario.
La Normativa indica uno spazio circolare di almeno 150 cm di diametro, per consentire la rotazione di una carrozzina; alcuni tipi di carrozzina sono però in grado di effettuare la rotazione in uno spazio di 120 cm. Quando in un locale esistente lo spazio non è disponibile si consiglia di verificare con la persona in carrozzina lo spazio di manovra necessario e valutare anche una serie di manovre combinate per entrare ed uscire dalla stanza in modo da sfruttare spazi più ristretti. Le misure prescritte per un corretto approccio ai sanitari devono in ogni caso essere confrontate con le esigenze reali e sovrapponendo queste superfici con gli spazi di manovra è possibile sfruttare al meglio anche gli ambienti piccoli.
Un servizio igienico standard, con il solo WC, misura circa 90 x 150 cm e risulta inadatto alle esigenze di alcune persone. Potrebbe essere necessario il semplice inserimento di maniglioni di sostegno per gli anziani che camminano autonomamente ma le operazioni di trasferimento, frontale o laterale, dalla carrozzina al sanitario o la presenza necessaria di un assistente per le operazioni di igiene, richiedono uno spazio maggiore. Un bagno accessibile, che consenta i movimenti di una sedia a ruote è, in genere, sufficientemente grande da ospitare un assistente.
Le persone affette da gravi disabilità, senza autonomia motoria o obbligate a letto, necessitano di spazi molto maggiori in quanto gli ausili per le operazioni di igiene (comoda da bagno reclinabile, barella doccia etc.) sono più ingombranti di una sedia a ruote e necessitano della presenza costante di un assistente. Anche scegliendo i modelli più maneggevoli, questi ausili richiedono spazi di manovra notevoli , che devono essere attentamente valutati soprattutto per le svolte a 90°, i passaggi attraverso porte e corridoi dalla camera al bagno, nel quale anche il vano doccia dovrà essere adeguatamente dimensionato per contenere oltre al lettino, anche l’operatore.
Perché un bagno sia accessibile è importante anche avere il più vicino possibile ai sanitari un ripiano, un porta asciugamani, un porta sapone, per evitare di bagnare con gocce d'acqua o sapone il pavimento. Spesso chi utilizza la sedia a rotelle ha piacere di avere a portata di mano un piccolo lavandino da utilizzare prima di sollevarsi dal sanitario. Poter contenere in un mobile del bagno i prodotti sanitari (sapone, pannolini, carta igienica, il sedile rimovibile per la vasca, etc.) e avere un piccolo bidone spazzatura velocizza molte operazioni, aiutando tutte le persone, anche quelle prive di disabilità.
Le porte scorrevoli o con l’apertura verso l'esterno sono di più facile accesso e intralciano lo spazio di manovra. Sono le più indicate perchè in caso di caduta durante gli spostamenti sui sanitari il corpo potrebbe ostacolare l'apertura della porta stessa e quindi le operazioni di soccorso.
La possibilità di realizzare un piccolo giardino privato sul quale si affacciano camera e bagno è un modo insolito ma piacevole, per evitare di applicare tende e oscuramenti alle stanze più private.
Water
La parete opposta all’accesso al bagno è, solitamente, la posizione ottimale per la tazza water, preferibilmente sospesa, per evitare che la colonna fissata al pavimento possa limitare le manovre della carrozzina e sia d’intralcio alla pedana poggia-piedi della stessa, durante il trasferimento. I modelli sospesi sono preferibili per consentire una più facile pulizia del pavimento (soprattutto con una parete posteriore lavabile fino a terra) e garantire l’installazione all’altezza da terra più opportuna.
Le persone che camminano autonomamente ma faticano a sedersi o sollevarsi possono trovare scomoda l’altezza standard di 40 cm, preferendo utilizzare un sedile/rialzo dotato di braccioli di appoggio o un water montato ad una altezza maggiore. Al contrario i 44-50 cm (asse compresa) previsti dalla Normativa, possono risultare eccessivi per la persona che utilizza con una comoda e necessita di assistenza: in questo caso si consiglia una altezza massima del vaso di 40-42 cm, per permettere alla sedia di posizionarsi sopra al sanitario. Per garantire il trasferimento autonomo dalla carrozzina alla seduta del water, queste devono essere alla stessa altezza, e comunque non troppo alto da terra (massimo 45 cm, asse compresa) in modo che non venga meno l’equilibrio dato dall’appoggio dei piedi a terra o sul poggiapiedi.
Lo zoccolo che spesso si vede alla base del sanitario è più dannoso che utile perché complica gli spostamenti e porta il water ad una altezza non agevole; anche la scelta di water speciali è sconsigliata in quanto il loro utilizzo risulta difficile per alcune disabilità. Se dovessero essere necessarie sedute ausiliarie fisse o asportabili, è bene che la loro altezza non superi i 5-8 cm e non presentino l’incavo anteriore che può bloccare il regolare movimento delle gambe. Come da Normativa una superficie sgombra deve essere prevista per consentire l’accostamento, laterale o frontale, e il trasferimento dalla carrozzina ai sanitari.
L'avanzamento del bordo anteriore fino a 75-80 cm rispetto alla parete posteriore, è pensato per facilitare l’accostamento laterale ma, nei casi in cui si stia effettuando una ristrutturazione e lo spazio non lo consenta, lo sciacquone può essere incassato nel muro, riducendo la distanza a 55-60 cm. In ogni caso è importante garantire l’appoggio della schiena, di chi si siede, o sullo sciacquone stesso o su un apposito schienale.
I pulsanti per lo scarico sono disponibili in commercio in forme e tipologie differenti (pulsante largo, a catenella, etc.); quelli a pulsante devono essere collocati lateralmente ad una altezza comoda da raggiungere dalla posizione seduta.
Il dispositivo di emergenza posto vicino al water deve essere azionato tramite una cordicella lunga almeno fino a 50 cm da terra, intervallata a diverse altezze da nodi o anelli, per consentirne una presa sicura in caso di necessità, anche dopo essere caduti a terra.
Per i maniglioni a lato del water si rimanda al paragrafo Corrimano.
Bidet
Un bidet è un valido aiuto all'igiene e dovrebbe essere posizionato accanto al water, alla giusta distanza da questo, dagli altri sanitari e dalle pareti per garantire gli spazi per la carrozzina o per le rotaie del sollevatore, se necessario. Per il bidet valgono le considerazioni fatte per il water: si consiglia un modello sospeso da ancorare alla parete alla giusta altezza, per non intralciare i movimenti e l’accostamento della sedia a ruote.
A causa delle difficoltà di trasferimento tra i sanitari, ma talvolta anche per garantire gli spazi di manovra necessari, il bidet può venire rimosso. Le operazioni di igiene intima si possono svolgere direttamente sul water scegliendo un modello con bidet incorporato nel sedile, o meglio affiancando al vaso una doccetta a muro; questa deve essere posta su un piccolo lavamani per evitare gocciolamenti o nella parte bassa di una doccia sufficientemente vicina. La sostituzione del bidet con una doccetta risulta funzionale anche per chi faccia uso della comoda.
Per facilitare gli spostamenti possono essere necessari maniglioni ben posizionati.
Lavabi, basi sotto lavandino e rubinetti
La disposizione dei sanitari nel bagno può variare in base ai gusti delle persone e ai vincoli dell’edificio ma la posizione ottimale del lavandino è la parete di fronte al water, a lato della porta d’ingresso.
Per evitare l’aspetto ospedaliero del bagno si consiglia di non utilizzare lavandini ergonomici, che risultano efficaci solo per alcune disabilità; meglio scegliere un modello semplice, con profili morbidi per l’appoggio comodo delle braccia e con bordi larghi 3-4 cm per evitare gocciolamenti.
Come per gli altri sanitari, sono da preferire i modelli sospesi, senza colonna e con sifone incassato nel muro. Se il catino non è troppo profondo, si riesce a mantenere uno spazio per le gambe alto 65-70 cm, senza che il bordo superiore oltrepassi gli 80-90 cm risultando eccessivamente scomodo per chi lo utilizza da seduto. Questo tipo di lavabo deve essere ben fissato alla parete, in modo che sostenga il peso della persona se questa si appoggia per sollevarsi o si appende per non cadere.
Piani di appoggio in ceramica, con lavandino integrato o lavabi da incassare in un piano garantiscono una superficie di appoggio ampia in cui tutto il necessario per l’igiene personale è a portata di mano. Può succedere che nella risistemazione di un bagno esistente, l’accessibilità al lavandino si possa ottenere semplicemente rimuovendo la parte anteriore del mobile che lo sostiene. I cassetti consento di vedere e raggiungere il contenuto in modo semplice; se la cassettiera è un elemento mobile, può essere spostata da sotto il piano per permettere l’inserimento della sedia a rotelle.
Mensole posizionate alla giusta altezza consentono di riporre i prodotti utili in bagno.
I prodotti per la pulizia e i medicinali devono essere contenuti in un mobiletto, fuori dalla portata dei bambini o chiuso a chiave.
La rubinetteria deve poter essere utilizzata anche da chi non ha un buon coordinamento degli arti superiori o una presa sicura; rispetto alle manopole tonde, quelle a quattro punte risultano di più facile utilizzo. Vengono prodotte anche delle speciali impugnature ergonomiche da applicare sulle manopole esistenti. I rubinetti standard con miscelatore a leva sono da preferire a quelli a leva lunga (leva clinica) che risulta pericolosa per gli occhi quando ci si lava il viso, in particolare per chi non presenta un buon controllo del tronco. Alcune persone preferiscono i due rubinetti separati rispetto al miscelatore unico: in questo caso la differenza tra acqua calda (sinistra) e acqua fredda (destra) deve essere ben evidente.
I comandi a pedali per l’erogazione dell’acqua sono sconsigliati mentre il funzionamento a fotocellula può risultare efficace.
Un rubinetto con terminale estraibile può semplificare alcune operazioni come il lavaggio dei capelli.
Lo specchio è un complemento indispensabile nella stanza da bagno; può essere collocato dietro al lavandino, ad almeno 10 cm dal bordo in modo che non sia sempre colpito da spruzzi d’acqua, fino ad una altezza di 180-190 cm per essere usati da tutti. Quelli reclinabili sono difficili da regolare e non sono quasi mai necessari; molti specchi per bagno hanno anche un sistema di illuminazione integrato.
Gli specchi vanno posizionati in modo tale da non provocare riverberi della luce e non disorientare le persone con disabilità visive.
Vasche
Per utilizzare la vasca da bagno in sicurezza, è necessario che l’utente possieda un certo grado di autonomia, sufficiente forza nelle braccia e coordinazione degli arti, in quanto occorre superare un bordo particolarmente alto per chi presenta difficoltà motorie (anziani, diplegici, paraplegici, etc.).
A causa di questi ostacoli si sconsiglia di collocare una doccia sopra alla vasca da bagno, ed in genere si preferisce sostituire la vasca con una doccia a pavimento. Quando però la combinazione vasca-doccia sia inevitabile, alcuni elementi la possono rendere più sicura:
• stuoia in gomma o strisce antiscivolo adesive per migliorare la stabilità ed evitare scivolamenti
• rubinetto a leva, comandabile con il pugno chiuso, raggiungibile da seduti e doccia regolabile in altezza
• corrimano ad “L” sulle pareti che chiudono la vasca
• elemento verticale, fissato a pavimento e soffitto, per sostenersi nel passaggio da fuori a dentro la vasca
• tende per limitare gli spruzzi d’acqua che possono rendere scivoloso il pavimento (rispetto a degli schermi rigidi le tende limitano meno i movimenti di chi si lava)
Nonostante l’inserimento di maniglioni, della stuoia in gomma antiscivolo e dell’indispensabile spazio di accostamento a lato (almeno 140 x 80 cm), il trasferimento dalla carrozzina alla vasca risulta particolarmente impegnativo: dopo aver inserito le gambe nella vasca, bisogna sollevare il corpo con la forza delle braccia, utilizzando i maniglioni, sedersi sul bordo e poi scendere nella vasca.
Una seduta di almeno 40 cm in testa alla vasca, agevola il trasferimento e consente di scivolare nella vasca lentamente ed in sicurezza.
La profondità corretta della vasca è di circa 38 cm, mentre una lunghezza di 150-165 cm permette il contatto con i piedi, limitando lo scivolamento. Rispetto alle pareti, la vasca, deve essere installata a 5 cm di distanza per permettere l’inserimento dei maniglioni senza che questi intralcino i movimenti delle persone.
Alcuni modelli in commercio, pensati appositamente per le persone con disabilità motorie, presentano una apertura a tenuta stagna, in uno dei due lati; l’interno è in genere sagomato per consentire di sedersi comodamente mentre ci si lava. Questi prodotti però non eliminano completamente le barriere in quanto presentano comunque un gradino di 5-25 cm e possono essere utilizzati solo dalle persone in grado di trasferirsi da una seduta all’altra. Inoltre le operazioni di riempimento dopo la chiusura dello sportello e di svuotamento prima dell’apertura, possono provocare fastidiosi sbalzi di temperatura. Questa soluzione risulta particolarmente onerosa ed impegnativa in caso di adeguamento, perché richiede la sostituzione completa della vasca esistente.
Per le panchette e i seggiolini da fissare ai bordi della vasca, la persona deve essere collaborativa negli spostamenti e nelle fasi del lavaggio; i seggiolini che si attaccano alla vasca con delle ventose possono essere poco stabili ma essendo rimovibili, non ingombrano la vasca quando questa viene utilizzata da altre persone. Alcuni modelli hanno un sedile senza schienale, che ruota: si posizionano a cavallo del bordo e rimanendo in parte all’esterno della vasca, aiutano nel trasferimento dalla carrozzina al sanitario.
Alcuni apparecchi in commercio, si posizionano all’interno di qualsiasi vasca e non richiedono modifiche del bagno; si tratta di sedute che, una volta effettuato il passaggio dalla carrozzina, possono essere abbassate elettricamente fino al fondo della vasca. La persona può quindi immergersi senza fatica utilizzando un semplice telecomando. Allo stesso modo, al momento dell’uscita, il sistema riporta la persona a livello del bordo della vasca. Due alette laterali formano un piano continuo.
Nei diversi modelli può variare il sistema di movimentazione (elettrico, idraulico o pneumatico) e il livello di movimento verticale della seduta: quando consentono solo una parziale immersione della persona è indispensabile prevedere l’uso di una doccetta.
Quando la stanza da bagno è grande abbastanza da contenere un sollevatore (a piantana, a parete, oppure a soffitto), potrebbe essere inutile installare un seggiolino sollevatore. Bisogna sempre valutare attentamente le reali esigenze e gli spazi di manovra necessari (il sollevatore è un ausilio abbastanza ingombrante mentre un seggiolino nella vasca non comporta modifiche o ingombri eccessivi).
Se le disabilità costringono ad utilizzare il sollevatore mobile è necessario prevedere una vasca rialzata da terra di 15 cm per permettere l'accostamento dell'ausilio; questa rientranza è utile anche per la sedia a rotelle, per gli assistenti del disabile, durante il bagno dei bambini.
Cabine doccia e docce a pavimento
Nelle abitazioni in cui vivono anziani o persone con disabilità, in genere si preferisce non installare una vasca, ma optare per una doccia, più sicura, accessibile e per di più meno ingombrante.
I comuni box doccia presentano però alcuni problemi: le dimensioni standard risultano spesso troppo esigue e il bordo sollevato alla base, per evitare la fuoriuscita dell’acqua, può essere pericoloso o bloccare l’accesso alle carrozzine. Le dimensioni ottimali della cabina, a seconda della mobilità degli utenti, dovrebbero andare dai 90x90 cm ai 120x120 cm. Dotare i box di profili in gomma bassi, consente l’ingresso anche alle carrozzine e delle porte di chiusura, alte dai 140 ai 180 cm, proteggono il bagno da spruzzi d’acqua.
Una doccia a pavimento, realizzata impermeabilizzando il sottofondo o adottando un piatto doccia a filo, senza il consueto gradino, garantisce una totale accessibilità. La pavimentazione deve essere posata con la giusta inclinazione nella zona della doccia (non superiore al 3%) e possibilmente con piastrelle antisdrucciolo. Lo scarico è preferibile che si trovi nell’angolo. Nei bagni molto piccoli si può pensare di impermeabilizzare l’intero pavimento. Se l’intervento è ben realizzato, l’acqua scorre via lasciando una “zona umida” non più grande di una normale doccia. Delle tende possono contenere gli spruzzi d’acqua senza bloccare i movimenti di chi si lava e, se sono abbastanza pesanti, non si “appiccicano” al corpo. Per contenere l’acqua si possono installare delle antine basse (circa 100 cm) che consento ad un eventuale operatore di aiutare la persona che si lava senza bagnarsi. Per proteggere la parte superiore può essere installata una tenda; in commercio però si trovano anche box doccia divisi in due parti: il settore in basso serve per le persone che si lavano da sedute, quello alto per chi fa la doccia in piedi.
Le docce a pavimento sono semplici da pulire (gli angoli si raggiungono con facilità) e sono vantaggiose perché l’ingombro a terra può essere utilizzato anche per le manovre. Questo tipo di doccia garantisce lo spazio per un assistente e se necessario possono essere progettate per accogliere una barella doccia per diversamente abili allettati.
La doccia a pavimento può essere utilizzata con una sedia a rotelle da doccia, una comoda o con una normale sedia resistente all’acqua e con sedile forato (basta una robusta sedia da giardino). Una seduta all’interno della doccia è utile per le persone anziane che si stancano in fretta ma anche per chi subisce una riduzione temporanea della mobilità. Il sedile doccia, un po’ incavato per permettere una posizione corretta senza scivolare quando è bagnato, deve avere delle dimensioni di circa 50x50 cm. Si consigliano i seggiolini fissi, perché più stabili, oppure quelli mobili ma dotati di appoggio a terra. Dovrà essere fissato all’altezza più adatta per l’utente, sul lato dell’avvicinamento (se così non fosse il seggiolino dovrebbe sporgere di almeno 20-25 cm dalla doccia). Perché la schiena non sia a diretto contatto con le piastrelle, è bene utilizzare un piccolo schienale.
Per rendere più sicura una doccia, nuova o esistente, oltre alla seduta e una base antiscivolo, la si deve dotare di maniglioni e barre di sostegno, posizionate in base alle esigenze dell’utente. Vengono prodotte anche particolari maniglie in ABS sagomato in modo da rendere facile la presa a diverse altezze.
Le manovre di trasferimento dalla carrozzina al sedile della doccia, è simile a quello per trasferirsi sul water, quindi per l’altezza della seduta rimandiamo al paragrafo Water e per l’utilizzo dei maniglioni il paragrafo Corrimani.
Tutti gli elementi di rubinetteria non devono essere posti sulla parete dello schienale ma su quella a lato; si consiglia di utilizzare un miscelatore a leva, con erogatore regolabile in altezza. La doccetta staccabile è comoda per sciacquare tutte le parti del corpo o per esempio per lavare solo i piedi; risulta molto utile quando queste operazioni deve compierle un operatore. In caso di ridotta sensibilità termica dell’utente, si consiglia di isolare le tubature dell’acqua e dotare il bagno di dispositivi per il controllo automatico della temperatura dell’acqua (non superiore ai 45° C ).
Corrimani
Un corrimano ben posizionato può fare la differenza nell’autonomia di una persona con disabilità e nonostante vengano utilizzati comunemente nei servizi igienici, raramente si vedono in stanze diverse anche se il loro utilizzo risulta funzionale in molte altre occasioni (es. per affrontare dislivelli del pavimento, mantenere l’equilibrio, sollevarsi da una seduta.
I maniglioni devono essere in materiale durevole e resistente alla corrosione. La maggior parte di quelli in commercio sono in metallo (acciaio inossidabile, in lamiera cromato o verniciato a polvere) con una superficie ruvida per fornire una buona presa; vengono prodotti in una grande quantità di forme ma possono anche venire realizzati appositamente per le esigenze particolari di ogni disabilità.
I principi dell’ergonomia indicano la forma ovale, inclinata in diagonale a 45°, come la più efficace ed adatta all’anatomia umana. Quando una persona perde l’equilibrio, tenta di sostenere il peso del corpo aggrappandosi al maniglione e concentrando tutta la forza sul braccio e sulla mano che lo stringe. Un elemento di sezione circolare può far scivolare le dita, mentre con la sezione ovale, che offre una presa più ferma, la mano si blocca e possono lavorare anche i muscoli del polso e del braccio.
La distanza tra corrimano e parete deve essere di circa 4 cm (non deve superare i 5 cm) per evitare che il braccio si infili durante una caduta, causando infortuni anche più gravi della caduta stessa.
Un corrimano deve essere ben fissato alla parete e sufficientemente forte da sostenere l'intero peso della persona che lo utilizza (dovrebbe resistere ad una forza di circa 120 kg - 250 libbre - in tutte le direzioni). Si deve prestare attenzione al tipo di parete su cui si intende installarlo (es. pareti in cartongesso o altri materiali di tamponamento) per progettare la soluzione migliore; nel caso di abitazioni in legno con struttura a telaio, le pareti, nei punti di ancoraggio, devono essere rinforzate con un tavolato in legno che garantisca un fissaggio sicuro. Rinforzare tutta la parete con un multistrato strutturale garantirà l’installazione efficace di altri maniglioni in tempi successivi.
Per i bagni più piccoli o quando le esigenze dell’utente lo consentono, si può prevedere un unico corrimano lungo la parete, che raggiunga tutti gli elementi, occupando meno spazio.
Ai lati del water sono necessari degli aiuti per effettuare il trasferimento dalla carrozzina o per mantenersi in equilibrio, ma non esiste una disposizione univoca dei maniglioni, perché questa dipende dalle esigenze di ogni utente. In ogni caso deve essere posizionato sul lato opposto rispetto a quello di accostamento e vicino al water per rendere meno difficoltose le operazioni di trasferimento. Il corrimano si deve ancorare alla parete laterale o posteriore (in questo caso è comodo un modello “a bandiera” , ribaltabile a 90° quando non serve) e ad una altezza di 70-73 cm, anche se la normativa prevede 80 cm, per facilitare la spinta quando ci si deve sollevare.
Anche quando la distanza tra water e parete è minore di 40 cm, un maniglione è sempre consigliabile. Nel caso in cui la parete laterale sia interrotta dall’ingresso del bagno, il corrimano dovrà essere più corto ed eventualmente proseguire con un altro elemento fissato sull’anta della porta.
L’inserimento di un mancorrente al “L” (sull’elemento orizzontale a 70 cm dal pavimento si imposta quello verticale lungo 60 cm) risponde contemporaneamente all’esigenza di un sostegno verticale per gli spastici e al bisogno di un appoggio orizzontale per i paraplegici.
Queste soluzioni richiedono che gli utilizzatori siano in grado di accostarsi al water in modo autonomo; se così non fosse, il sistema più sicuro è l’utilizzo di una comoda per spostare le persone sul water.
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Cucina
Decreto del Ministero dei Lavori Pubblici, 14 giugno 1989, n.236. Prescrizioni tecniche necessarie a garantire l'accessibilità, l'adattabilità e la visitabilità degli edifici privati e di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata e agevolata, ai fini del superamento e dell'eliminazione delle barriere architettoniche.
4.1.7. Cucine. Nelle cucine gli apparecchi, e quindi i relativi punti di erogazione, devono essere preferibilmente disposti sulla stessa parete o su pareti contigue. Al di sotto dei principali apparecchi e del piano di lavoro va previsto un vano vuoto per consentire un agevole accostamento anche da parte della persona su sedia a ruote.
8.1.7. Cucine. Per garantire la manovra e l'uso agevole del lavello e dell'apparecchio di cottura, questi devono essere previsti con sottostante spazio libero per un'altezza minima di cm 70 dal calpestio. In spazi limitati sono da preferirsi porte scorrevoli o a libro.
La cucina è uno degli ambienti della casa più vissuti dalla famiglia, soprattutto quando è aperta sulla zona pranzo e combinata con il soggiorno per massimizzare lo spazio a disposizione. Anche per questo motivo deve essere accogliente e completamente accessibile per qualsiasi persona.
La maggior parte dei mobili da cucina presenti in commercio è dimensionata sulle caratteristiche fisiche di un individuo “standard”, adulto e sano, che può lavorare in piedi, raggiungendo tutti gli elementi più alti e più bassi della composizione. Queste cucine però non considerano che le esigenze di una famiglia possono variare nel tempo in modo imprevedibile e vengono utilizzate solo con molta fatica da anziani, con forza e movimenti ridotti, persone costrette a lavorare da sedute per evitare di affaticarsi o in carrozzina.
Nel momento in cui si ha la possibilità di progettare da zero una cucina, è bene spendere alcuni ragionamenti su come renderla fruibile a tutti in modo autonomo. Se, a causa di una disabilità, sono necessari accorgimenti specifici, può essere utile prende le misure principali di questa persona:
• l'altezza delle ginocchia da seduti sulla carrozzina per garantire l’inserimento delle gambe al di sotto del piano di lavoro
• l'altezza della parte anteriore della carrozzina (poggiapiedi) per stabilire l’altezza dello zoccolo o dello spazio vuoto necessario sotto i mobili (es. per garantire la rotazione)
• l'altezza massima del piano di lavoro per lavorare comodamente
• il massimo inserimento frontale della sedia a rotelle sotto a tavoli e banconi
• la profondità massima raggiungibile dalla sedia a rotelle, per armadi e ripiani
L’organizzazione del vano cucina si basa sulle dimensioni modulari dei complementi di arredo (60x60 cm) e in funzione degli spazi liberi per gli spostamenti di una carrozzina: di fronte agli arredi e agli elettrodomestici serve un'area profonda almeno 120 cm, con alcuni punti più ampi (150x150 cm) che consentano la rotazione. Questi spazi garantiscono uno spazio confortevole anche per tutti gli altri utenti ma se non fossero disponibili, possono essere utilizzati mobiletti più stretti o piani di lavoro più profondi, che forniscano spazio sufficiente alle gambe e alla carrozzina. Una cucina accessibile per un mieloleso dovrà avere una superficie minima di circa 250x300 cm.
Se è vero che tra le zone di preparazione del cibo e il tavolo da pranzo deve essere consentito il passaggio senza ostacoli, è altrettanto vero che le altezze dei piani di lavoro, dei mobiletti e dei pensili, dei ripiani e degli elettrodomestici, vanno modificate per essere completamente accostabili e raggiungibili da seduti o dalla carrozzina. Gli apparecchi devono essere posizionati perchè sia possibile utilizzarli da entrambi i lati, cioè dal lato preferito dall’utente.
La sequenza di elettrodomestici, piani di lavoro è tanto più efficace quando più consente molte operazioni riducendo al minimo gli spostamenti. Il “triangolo di lavoro”, fuochi-lavello-frigorifero, è fondamentale nella pianificazione della cucina: i punti di lavaggio e cottura dovrebbero affiancare la zona di preparazione del cibo, mentre gli alimenti conservati in frigorifero devono essere prossimi al lavello.
Mobili, pensili e scaffali devono essere ben posizionati, raggiungibili e con maniglie facilmente afferrabili. Dispensa e spazi per lo smaltimento dei rifiuti dovrebbero essere facilmente raggiungibili dalla cucina ma anche dal posto auto all’aperto o dal garage, per consentire un facile trasporto della spesa o del pattume.
Alcuni piccoli elettrodomestici, come apribarattoli elettrici, o aspirabriciole, utensili specifici, pentole leggere o con presa facilitata, sono soluzioni semplici ma di grande aiuto all’autonomia di tutte le persone.
La progettazione della cucina ruota attorno ai bisogni di chi la deve utilizzare. Le disposizioni a L, a U o ad isola possono rispondere a necessità differenti.
La cucina a L integra lo spazio di preparazione del cibo con la zona pranzo.
Presenta uno spazio di lavoro compatto che sfrutta bene l’angolo e i piani di lavoro continui permettono di far scorrere gli oggetti pesanti, come pentole piane d’acqua, senza sollevarle.
Il "triangolo di lavoro" può essere esteso adeguando la distanza tra lavello, frigorifero e piano cottura, in base alla dimensione della stanza.
Il tavolo da pranzo consente di aumentare spazio di lavoro della cucina ma bisogna mantenere una distanza sufficiente fra i due, per gli spazi di manovra.
Questa disposizione può mantenere la cucina fuori dal “traffico domestico” ma difficilmente può essere chiusa ai bambini.
La cucina ad U, ha una zona pasto “a penisola”, adiacente alla zona di preparazione (ma potrebbe anche esserne staccata) che consente di evitare totalmente il “traffico domestico” e chiudere la stanza ai bambini con una barriera mobile.
Se la cucina si affaccia sul soggiorno aumenta l’interazione sociale.
Questa disposizione, se gli angoli vengono ben risolti (es. con dei cestelli girevoli), offre molto spazio per la dispensa e la preparazione.
I due piani paralleli, distanti almeno 150 cm, consentono il passaggio di due persone e lo spazio di manovra per una sedia a rotelle ma possono costringere gli utenti a sollevare oggetti pesanti o caldi per spostarli.
La cucina a isola illustrata si compone di due piani paralleli, uno addossato al muro, e l'altro disposto tra la sala da pranzo e la zona di preparazione; la distanza tra i due piani, di almeno 150 cm, consente il passaggio di due persone e lo spazio di manovra per una sedia a rotelle ma può costringere gli utenti a sollevare oggetti pesanti o caldi per spostarli.
Questa disposizione sfrutta ottimamente lo spazio, in quanto non sono presenti angoli difficilmente accessibili e si rapporta bene con la sala da pranzo su cui si apre.
La cucina a isola non si sottrae al “traffico domestico” in quanto può consentire l’accesso ad altre stanze e agli spazi esterni, ciononostante risulta abbastanza facile da chiudere ai bambini, con barriere mobili.
Piani di lavoro
Sul piano di lavoro della cucina si svolgono la maggior parte delle operazioni di preparazione del cibo, talvolta anche pericolose (si utilizzano strumenti taglienti e stoviglie bollenti). Diventa importante quindi che il banco sia accessibile, sicuro e chiaramente adatto a svolgere tutti i lavori in modo tale che non si venga spinti ad utilizzare altre superfici non idonee aumentando il rischio di incidenti.
Il banco per la preparazione dei cibi, largo almeno 60 cm deve essere posto tra lavello e fornelli, eventualmente integrato con una griglia ribaltabile per ottenere una superficie tutta allo stesso livello per far scorrere pentole tra i due senza sollevarle.
Le basi standard in commercio sono alte 90 cm per far lavorare nelle migliori condizioni, senza piegarsi troppo, le persone in piedi e non consentono un corretto accostamento frontale della carrozzina; generalmente la soluzione più funzionale risulta l’installazione di un piano sospeso, senza basi fissato all’altezza giusta per la persona in carrozzina (circa 70-80 cm da terra), che garantisce di lavorare comodamente e con una buona visuale. Lo spazio libero sotto il piano di lavoro può essere utile anche, per esempio, agli anziani che si siedono su uno sgabello durante la preparazione degli alimenti.
Lo spazio al di sotto del piano dovrà mantenersi libero, privo di basi ed elettrodomestici, per garantire la libertà di movimento nel tratto che comprende piano cottura, spazio di preparazione e lavabo.
Se la cucina viene utilizzata da utenti con necessità differenti, si può optare per una altezza intermedia del piano, oppure alternare superfici a quote diverse. Altre soluzioni potrebbero essere piani regolabili in altezza, o piani estraibili più bassi, che consentono anche di dilatare lo spazio a disposizione.
Il piano della cucina deve essere profondo quanto la portata del braccio dell’utente, in modo che tutti gli oggetti siano raggiungibili e il piano si possa pulire anche da seduti.
Un corrimano applicato sul bordo frontale, costituisce un appiglio comodo e sicuro.
Per tutti quegli elettrodomestici che possono servire in cucina, l’installazione di alcune prese di corrente sulla parete posteriore o a lato del piano di lavoro, lontane dall’acqua e accessibili, per ridurre gli spostamenti inutili.
Lavelli e rubinetti
Il lavandino è uno degli elementi fondamentali del “triangolo di lavoro” e va affiancato dalla lavastoviglie in modo che sia possibile caricarla senza dover cambiare posizione. Nella composizione della cucina, si trova solitamente in posizione centrale ma un lavello ad angolo consente di sfruttare uno spazio spesso sotto utilizzato.
La profondità del lavello (circa 15 cm) condiziona la distanza del piano di lavoro dal pavimento, perchè bisogna mantenere uno spazio libero al di sotto per l’inserimento della carrozzina: l’altezza delle ginocchia dell’utente in sedia a rotelle, sommato allo spessore della vasca determinano l’esatta quota a qui fissare il piano, che non deve mai superare gli 80-85 cm e risultare quindi troppo alto e scomodo.
In commercio esistono molti tipi di lavello con una o due vasche o con scolapiatti; i catini tondi sono sconsigliati perchè lasciano troppo poco spazio tra il bordo e le stoviglie e in caso di disabilità agli arti superiori, diventano molto difficili da utilizzare. Vanno bene invece i bacini squadrati in coppia, perchè si possono utilizzare in tempi diversi e chiudendone uno con un tagliere (in dotazione per alcuni modelli) è possibile aumentare il piano di lavoro. I lavelli da inserire sottopiano, evitano scomodi scalini.
Quando lo spazio a disposizione non è molto si possono adottare lavabi ad una vasca e mezza (vaschetta laterale più piccola).
I lavelli poco profondi consentono di liberare qualche centimetro in più sotto il banco per l’ingresso delle gambe ma è necessario anche utilizzare sifoni di scarico meno ingombranti e arretrarli il più possibile perchè non intralcino; inserire un pannello di materiale isolante serve a schermare l’impianto idraulico a vista, ma soprattutto a protegge gli arti inferiori della persona in carrozzina da urti e scottature accidentali in caso di ridotta sensibilità termica. Per evitare scottature, è bene limitare la temperatura dell’acqua ad un massimo di 45o C.
Nel caso in cui la cucina venisse utilizzata da persone con differenti esigenze, si deve trovare una altezza intermedia, oppure è possibile installare un lavello regolabile in altezza (anche con un sistema elettrico), con un range di circa 15 cm; la figura sottostante mostra un lavandino regolabile manualmente spostando i bulloni di fissaggio in una serie di fori. In questo caso, il tubo di scarico che si collega al sifone, deve essere flessibile.
Per le persone con ridotta mobilità, i rubinetti montati a lato, piuttosto che sul retro del lavello risultano molto più accessibili. Le manopole risultano spesso difficili da ruotare, se la presa della mano è troppo debole ma questi problemi sono stati in gran parte risolti dai miscelatori monocomando a dischi ceramici e leva lunga.
I modelli con bocchetta estraibile sono consigliati rispetto a quelli con solo il beccuccio lungo, perchè consentono di risciacquare la verdura e pulire i piatti più facilmente, ma soprattutto di riempire d’acqua le pentole già posizionate sul fornello.
Il lavello può essere dotato di scolatutto regolabile mentre quelli già inseriti nella pentola durante la cottura consentono di limitare lo sforzo, non dovendo sollevare tutto il contenitore pieno di liquido caldo.
Lavastoviglie
Per risciacquare i piatti sporchi sotto l’acqua e caricare i cestelli senza doversi spostare inutilmente dal lavello, la lavastoviglie deve essere installata accanto a questo.
Il posizionamento della lavastoviglie sotto al banco non è sempre facilmente raggiungibile se l’utente fatica a piegarsi e a raggiungere la parte bassa dei mobili; sollevarla da terra con un basamento può rendere l’elettrodomestico più accessibile e meno rumoroso.
Piani cottura (elettrici e a gas)
Per rispettare il “triangolo di lavoro” i fuochi devono essere sufficientemente vicini al lavello, in modo da semplificare gli spostamenti di contenitori bollenti. In particolar modo, gli utenti in sedia a rotelle devono spostare in contemporanea la carrozzina e la pentola, che viene in genere trascinata dai fuochi, sul piano di lavoro, fino al lavello, con una sola mano. Avere quindi questi tre elementi alla stessa altezza riduce le difficoltà e rende più sicure alcune operazioni.
I piani di cottura a livello del bancone possono essere in vetroceramica, a induzione o tradizionali ma con “fuochi affogati”.
In quelli in vetroceramica, una unica lastra liscia copre gli elementi scaldanti a gas o elettrici: quando i fuochi vengono accesi il piano assume una colorazione rossastra che ne indica il funzionamento in atto. Durante l’utilizzo parte del calore si trasmette a tutto il piano in vetroceramica (che si può sfruttare per non far raffreddare i cibi o riscaldare quelli già pronti), che rimane caldo per un certo tempo anche dopo lo spegnimento del fornello.
La colorazione rossastra del piano in funzione e le spie luminose che indicano la temperatura elevata sono meno percepibili rispetto alla fiamma viva, alla quale si associa istintivamente l’idea di calore e pericolo. Per questo motivo i piani in vetroceramica sono poco adatti agli anziani e alle persone che si distraggono facilmente o non riescono a rendersi conto dei pericoli. Il rischio è che ci si distragga e ci si appoggi comunque, ustionandosi.
Questo tipo di piano cottura completamente liscio è facile da pulire, consente una ottima stabilità delle pentole e se utilizzato con energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili risulta una modalità di cucina ecologica.
Il piano cottura ad induzione, somiglia a quelli in vetroceramica ma offre maggiore sicurezza all'utente in quanto il riscaldamento avviene per contatto magnetico. Quando si accende il fornello, un campo magnetico riscalda solo il fondo della pentola: lo stesso piano di cottura, ed eventuali oggetti dimenticati su di esso, non diventa caldo. Questi piani richiedono l’uso di pentole adatte, a fondo piatto e in materiale ferromagnetico e si sconsiglia di utilizzare utensili, mestoli e posate in metallo. Come per i piani vetroceramici, anche in quelli ad induzione, la superficie completamente liscia è facile da pulire e garantisce stabilità delle pentole; utilizzando fonti rinnovabili risulta una soluzione ecologica.
Sebbene considerando questi aspetti i fuochi ad induzione risultino sicuri ed efficaci, è bene ricordare che i campi elettromagnetici possono interferire con apparecchi radioricevitori nelle immediate vicinanze e soprattutto con gli impianti elettromedicali, risultando molto pericolosi, ad esempio, per i portatori di pacemaker cardiaco.
Bisogna, poi, fare attenzione che il piano abbia un assorbimento di potenza non superiore ai 2,5 Kw in modo da essere compatibile con i comuni impianti elettrici domestici (e permetta l’utilizzo contemporaneo anche di altri apparecchi elettrici). Inoltre, come tutti gli altri elettrodomestici “ad elettricità”, il piano ad induzione è soggetto alla tensione di rete: in caso di black-out non può funzionare.
I tradizionali piani di cottura a gas cono disponibili anche con "fuochi affogati", nei quali i comandi e le griglie sopra ai fuochi, si integrano nel top della cucina senza soluzione di continuità. Le griglie a filo del piano, in acciaio inox o ghisa, permettono di spostare pentole e tegami in modo sicuro e con minore sforzo, senza sollevarli e offrono all’occorrenza un ulteriore piano di appoggio stabile.
I piani di cottura separati possono essere facilmente installati nel piano di lavoro, all’altezza più consona. Lo spazio per le gambe al di sotto dei fuochi è un vantaggio per la persona in sedia a rotelle, tuttavia per le persone con difficoltà di manipolazione, può essere meglio omettere questo spazio, in quanto aumenta l’esposizione alle scottature e al rischio di rovesciarsi addosso cibi bollenti. Un bordo rialzato anteriormente, può contenere in minima parte questi problemi.
I fuochi non devono essere troppo piccoli e si sconsiglia di posizionarli sotto a finestre, pensili e mensole, per evitare involontarie ustioni o scottature. I comandi (manopole, piano di cottura, aspiratore, ventola, etc.) devono essere sistemati al bordo anteriore del banco o del top o sotto lo stesso; meglio comandi digitali.
Per confrontare le caratteristiche:
Gli apparecchi a gas:
• raggiungono rapidamente la temperatura di cottura
• rispondono rapidamente alle regolazioni di temperatura
• sono meno in grado di mantenere una bassa temperatura di cottura per sobbollire
• si raffreddano velocemente rispetto ai piani cottura elettrici (minor probabilità di scottature)
• cucinare utilizzando una fiamma libera, aumenta il rischio di incendio, ma indica quando il gas è acceso
• sono azionati da manopole girevoli, che sono spesso piccole ma possono essere modificate
• possono essere difficili da pulire
Gli apparecchi elettrici:
• non hanno fiamma, quindi riducono il rischio di incendio
• i comandi di temperatura termostatici sono relativamente precisi
• si raffreddano lentamente rispetto ai piani di cottura a gas (maggiore probabilità di scottature)
• non possono avere un segno chiaramente visibile di quando sono accesi o spenti
• non forniscono temperature di cottura molto elevate come i piani di cottura a gas
• si possono gestire con comandi touch piuttosto che con manopole girevoli
Cappe aspiranti
Per estrarre il vapore di cottura, eliminando l’odore e l’umidità in eccesso, deve essere installata una cappa aspirante sopra al piano di cottura della cucina, che può inglobare anche l’illuminazione. Per garantire una certa sicurezza l'altezza della cappa dal piano cottura non dovrebbe essere inferiore ai 65cm.
L’aspiratore può essere posizionato anche in un mobiletto estrattore o nel banco, con una griglia. È opportuno applicare una piccola modifica elettrica che porti l’interruttore di accensione sul piano di lavoro, ad una altezza raggiungibile da tutti. Alcune cappe possono essere azionate tramite un telecomando.
Forni tradizionali, da parete, microonde
I forni tradizionali, combinano il forno con un piano di cottura sopra, sfruttando ottimamente lo spazio ma, al pari delle basi impediscono l’inserimento delle gambe di chi li utilizza da seduto. Inoltre presentano anche problematicità (Figura 8.22): i comandi sono spesso posizionati dietro ai fuochi (aumentando il rischio che l’utente possa scottarsi) e dove sono montati anteriormente possono un pericolo per i bambini. Il piano di cottura è alto lo sportello del forno che si apre verso il basso impedisce ad una persona su sedia a rotelle il corretto posizionamento, frontale o laterale, rispetto ai fuochi.
La soluzione ottimale è forse rappresentata dal forno inserito a livello del top della cucina, perchè di più facile l’utilizzo e più sicuro rispetto al tradizionale blocco cottura: la posizione risulta più accessibile e più comoda per maneggiare contenitori bollenti o pesanti anche per le persone in carrozzina.
I forni da parete possono essere installati alla migliore altezza per l'utente, che può controllare la cottura degli alimenti senza piegarsi o sollevare i contenitori, ma semplicemente facendo scorrere la griglia che li sostiene. Lo sportello che si apre verso il basso può servire anche da piano d'appoggio ma il rischio di scottarsi suggerisce una comoda apertura laterale; in ogni caso è possibile installare, vicino o al di sotto del forno, un piano d'appoggio estraibile. I comandi frontali sono di facile accesso e possono essere scelti a sfioramento invece che a manopola. Anche la pulizia rispetto ai forni tradizionali risulta più semplice.
Se nella cucina non si dispone di spazi sufficienti per l’inserimento di un forno a livello del piano, la scelta dovrebbe ricadere su un forno con sportello a cassetto nel quale i ripiani interni escono insieme allo sportello. In questo le teglie escono da sole senza dover infilare le braccia nel forno.
Per motivi di sicurezza si dovrebbero utilizzare i forni elettrici.
Il forno a microonde cucina i cibi in breve tempo, sono piccoli e leggeri quindi facili da posizionare sul piano di lavoro o su scaffali aperti, all’altezza adeguata. È importante mantenere l’apparecchio lontano dal lavello. La maggior parte dei modelli in commercio presenta una apertura laterale, ben accessibile; esistono inoltre forni a cottura combinata, microonde e grill.
Frigoriferi e congelatori
A volte alcuni piccoli accorgimenti possono semplificare la vita delle persone con disabilità. Un congelatore capiente consente di andare a fare acquisti meno frequentemente. Un piano libero a fianco del frigorifero è utile per appoggiare gli alimenti e se la carrozzina si può anche infilare al di sotto, l’affiancamento e l’utilizzo del frigorifero diventa più facile. I modelli più accessibili sono quelli con due sportelli distinti per frigo e freezer; in quelli con una sola porta, il frigo deve essere posto sopra ai cassetti del congelatore.
Smaltimento dei rifiuti
Un bidone della spazzatura a lato del lavello consente di eliminare gli avanzi prima di lavare le stoviglie. I rifiuti possono essere gettati in un bidone fissato all’anta di un mobiletto (quando si apre la porta il bidone esce e il coperchio si solleva automaticamente) o in un contenitore rigido con coperchio e ruote, per essere spostato con facilità.
I tritarifiuti inseriti nello scarico del lavello, sono utili per ridurre la quantità e il peso dei rifiuti da trasportale all’esterno. Per contro occupano spazio al di sotto del lavello e possono andare ad impedire il corretto inserimento delle gambe e della carrozzina.
Pensili e dispense
Uno spazio importante della cucina deve essere dedicato alla dispensa per contenere scorte alimentari, piatti e stoviglie, strumenti e piccoli elettrodomestici. Basi e colonne dotate di cassetti o cestelli estraibili sono da preferire perchè più accessibili anche lateralmente: i ripiani raggiungibili da seduti vanno dai 40 ai 150 cm da terra e se realizzati in materiale trasparente o in rete metallica consentono di controllarne il contenuto anche dal basso.
I cassetti, rispetto ai ripiani, consentono di visualizzare tutto il contenuto e non serve abbassarsi per vedere all’interno del mobiletto; perchè siano maneggevoli devono essere a scorrimento su guide metalliche e con fermo corsa per non schiacciarsi accidentalmente le mani.
Alcuni elementi di raccordo commerciali da inserire nell’angolo consentono di sfruttare meglio lo spazio con ripiani e cestelli girevoli ma non sono sempre accessibili. Uno zoccolo di base (alto 25-30 cm e arretrato di 15 cm), non ostacola la pedana della sedia a rotelle e porta all’altezza ideale gli elettrodomestici; inoltre può essere utilizzato per ulteriori contenitori estraibili.
Elementi mobili dotati di cassetti, piani o cestelli sono comodi, possono essere estratti per consentire l’accesso della carrozzina sotto al top della cucina e utilizzati come ulteriore piano di lavoro. Queste cassettiere non devono sbilanciarsi quando i cassetti sono aperti. Anche la pattumiera può essere contenuta in un carrello mobile.
I pensili sono appesi normalmente a 45-50 cm dal piano della cucina e, molto spesso le parti superiori vengono utilizzate per contenere gli oggetti che si usano raramente. Risultano quindi inaccessibili per chi è costretto su una sedia a rotelle, mentre le altre persone devono utilizzare sedie o scalette per raggiungerli. Aumentano quindi i pericoli, in particolare per gli anziani.
Se il top della cucina è largo ameno 80 cm i contenitori, muniti di apertura a libro, o degli scaffali stretti, si possono appoggiare direttamente sopra: sono facili da raggiungere e non intralciano le operazioni di preparazione di cibi.
Nelle cucine ampie i pensili possono essere sostituiti da mensole su cui tenere a portata di mano tutto quello che serve. In commercio si possono trovare pratici accessori da fissare alla parete per appendere strumenti, mestoli, strofinacci etc. Alcune ditte produttrici di cucine forniscono complementi o schienali profondi circa 20 cm, che allontanano il piano di lavoro dalla parete e che contengono, scolapiatti, porta-taglieri, contenitori per le spezie, prese per la corrente e altro, mantenendo tutto in ordine.
Una soluzione efficace, ma più onerosa, a cui si può ricorrere per rendere accessibili i pensili, è l’inserimento di servetti elettrici comandati da un interruttore posto sul piano di lavoro o da un telecomando. Un sistema motorizzato installato nei pensili ne riduce la capacità ma permette di far scorrere verso il basso i ripiani del mobiletto, con il vantaggio di riporre una buona quantità di oggetti nella parte alta della cucina senza ingombrare il bancone. Questi meccanismi si muovono con lentezza garantendo un certo margine di sicurezza ma non sono comunque adatti agli utenti con difficoltà cognitive o problemi di attenzione, a meno che non siano dotati di fotocellule o dispositivi antischiacciamento. Quando vengono utilizzati questi dispositivi nei contenitori sopra al lavello, si deve porre attenzione anche al tipo di rubinetto per non ostacolare la discesa dei ripiani.
Nelle cucine si preferisce avere i mobiletti chiusi da ante anche se il contenuto è più accessibile se i ripiani sono aperti. Quando sono necessarie è meglio utilizzare ante scorrevoli o cerniere a 180°. Un’altra soluzione potrebbero essere le ante a scomparsa, che rientrano nella profondità del mobile una volta aperte. Maniglie comode e facili da afferrare sono quelle a “D” o quelle sagomate nell’anta stessa. Per venire incontro alle persone con disabilità visive, utilizzare colori contrastanti rende più individuabili maniglie e accessori.
Prese della corrente per piccoli elettrodomestici e interruttori per l’illuminazione sottopensile devono essere a portata di mano ma lontani da pericolosi contatti con l’acqua.
Illuminazione e colore
La luce del sole deve essere sfruttata al meglio ma va integrata con quella artificiale per migliorare le condizioni di confort visivo e di attenzione. Una unica fonte luminosa al centro della stanza può essere sufficiente per cenare seduti al tavolo che le sta sotto ma non è adatta negli ambienti in cui si svolgono più attività, ad esempio per le operazioni di preparazione del cibo. Con una illuminazione di questo tipo, infatti, una persona sotto la luce produce un’umbra sul piano di lavoro. Per non “farsi” ombra da soli e avere una luce diretta, senza interferenze, sul bancone o sul piano di cottura, sono molto utili delle luci applicate sotto ai pensili (es. LED o tubi fluorescenti). Anche all’interno dei mobili una illuminazione minima può essere molto utile. Applique alle pareti o faretti orientabili, consentono di distribuire omogeneamente la luce.
Alcuni tipi di disabilità visive possono richiedere un livello di intensità luminosa maggiore ed anche l’uso dei colori può essere un aiuto fondamentale. Il colore non serve solo per questioni estetiche ma anche per sottolineare alcuni elementi: colori contrastanti permettono di individuare più facilmente maniglie, pulsanti, interruttori, per distinguere meglio elementi verticali e orizzontali.
Prese di corrente ed interruttori devono essere a portata di mano, posizionati ad una altezza compresa tra i 90 e 110 cm, facilmente azionabili anche dai tretraplegici, con una leggera pressione del gomito.
Sicurezza
La cucina è uno degli ambienti più pericolosi delle abitazioni, a causa delle attività e degli utensili che si utilizzano. Per ridurre il rischio di incidenti, si possono installare dispositivi di sicurezza, come rilevatori per fughe di gas metano, per la formazione di monossido di carbonio o per gli allagamenti, che attivano segnali acustici e visivi di allarme e che possono anche avvertire operatori o parenti.
Tenere a portata di mano un estintore o una coperta antincendio in cucina, in prossimità del piano cottura, può essere fondamentale in caso di incendio.
Soggiorno e sala da pranzo
L’abitazione non è solo il luogo in cui si mangia e si dorme ma è l’edificio in cui si volgono le attività della nostra vita; a seconda di come lo si utilizza, il soggiorno, diventa la stanza di famiglia, il salotto, la sala TV.
Soprattutto negli alloggi di piccole dimensioni si adotta sempre più frequentemente la soluzione della cucina aperta sul soggiorno che ospita quindi anche il tavolo da pranzo: la posizione più funzionale è quella più vicina alla porta della cucina, per avere una comunicazione diretta ed abbreviare il tragitto quando si apparecchia e si serve in tavola. Quando i locali giorno sono legati alla cucina o allo spazio esterno del giardino, tendono ad essere i più “trafficati” ed è bene quindi progettare soluzioni aperte, con arredi disposti in modo semplice per ridurre al minimo gli ostacoli, senza gradini o zone ribassate.
Tappeti e moquette a pelo lungo sono una delle principali insidie della casa causando spesso pericolose cadute di anziani e intralciando i movimenti delle sedie a rotelle. Un ostacolo minore viene offerto da tessuti a pelo raso o in sisal, mentre interporre tra tappeto e pavimento specifiche griglie antiscivolo rende il tutto più fermo e sicuro.
Per consentire il passaggio alle persone che si servono di ausili per la mobilità, bisogna garantire spazi adeguati tra i mobili e l'immobile (pareti, porte, finestre, etc.); lo spazio minimo consigliato per il passaggio fra gli arredi è di 70 - 90 cm mentre, per la rotazione della carrozzina servono 150 x 150 cm, meglio 170 x 170 cm. Evitare di posizionare mensole ad altezza inferiore di 2 metri.
I mobili da prediligere sono quelli privi di spigoli vivi perchè garantiscono maggior sicurezza; gli armadi ad incasso posizionati lungo le pareti “liberano lo spazio” e le ante scorrevoli consentono di sfruttarli meglio. Per rendere maggiormente accessibile qualsiasi mobile, è opportuno che abbia in basso uno spazio libero per l’avvicinamento frontale della carrozzina.
Ampie superfici vetrate che arrivano fino al pavimento, danno luce e offrono una buona visuale verso l'esterno sia alle persone sedute che a quelle in piedi; è bene però che i primi 40 cm siano protetti da un paracolpi contro i pericolosi impatti accidentali della pedana della carrozzella.
Condizioni microclimatiche (ventilazione, riscaldamento e raffrescamento) bilanciate rendono l’ambiente confortevole tutto l'anno.
Sale da pranzo
Buona parte delle attività della famiglia (mangiare, stare con gli amici, fare i compiti, etc.) vengono svolte nella cucina, nella sala da pranzo e nel soggiorno. Alcune abitazioni prevedono una sala da pranzo formale a se stante ma quelle legate alla cucina danno vita ad uno spazio più ampio e accogliente. Generalmente questa soluzione è anche più efficace e funzionale alle operazioni che vi si svolgono: lo spazio maggiore consente a tutti gli utenti normodotati o diversamente abili di muoversi con facilità. Le porte di stanze adiacenti, i passaggi fra i mobili e gli elettrodomestici e gli spazi di manovra per una carrozzina devono comunque essere opportunamente verificati. Una finitura antiscivolo del pavimento può aiutare e rendere più sicuri gli spostamenti.
Le dimensioni e la forma più adatte del tavolo si devono valutare in base alla superficie della stanza e al numero di posti a sedere necessari ma, in linea di massima, ogni commensale occupa uno spazio largo circa 50-60 cm mentre una carrozzina è un po’ più ingombrante e ha bisogno di almeno 70-80 cm.
Le disposizioni ad angolo o perpendicolare ad una parete risultano più efficaci perché lasciano liberi gli spazi di circolazione ma se la grandezza dell’ambiente lo permette, è preferibile allontanarsi dalle pareti: per il movimento delle sedie possono essere sufficienti 75-90 cm, mentre 120 cm consentono il passaggio di una persona dietro a chi è seduto, e 140 cm sono accessibili anche per una carrozzina.
Un’altra condizione fondamentale, ma spesso trascurata, perchè la persona su sedia a ruote riesca a mangiare comodamente, è la possibilità di inserire gambe e carrozzina sotto al piano del tavolo. È indispensabile scegliere tavoli senza traverse o cassetti che ostruiscano il passaggio delle ginocchia che risultano ad una altezza maggiore rispetto a quando si è seduti su una normale sedia; l’altezza libera al di sotto del piano deve essere di circa 70 cm.
Le stesse condizioni devono essere rispettate anche nel caso dei tavoli con piantana centrale, rotondi o quadrate; inoltre, per garantire alla carrozzina di accostarsi correttamente, tra il bordo del tavolo e la piantana deve esserci una distanza di almeno 60 cm, pari alla lunghezza della parte anteriore con la pedana poggiapiedi.
Divani e poltrone
Quando si dispone di soggiorni molto ampi, in genere, si contrappongono due divani (o delle poltrone), ponendo al centro un tavolino basso, che può diventare pericoloso in caso di perdita di equilibrio e può intralciare il passaggio se non si mantiene fra gli elementi una distanza di almeno 90-120 cm.
Disporre a "L" o a "U" i mobili del soggiorno, addossandoli a pareti contigue, soprattutto negli alloggi piccoli, consente di sfruttare al meglio lo spazio. Sistemando un tavolino nell'angolo libero fra gli imbottiti, i percorsi risultano liberi da ingombri, sicuri e accessibili per chi ha problemi di equilibrio, cammina con difficoltà o si muove su una carrozzina.
Divani e poltrone devono assecondare i gusti personali ma soprattutto il proprio modo di stare seduti, adattandosi alle proprie condizioni fisiche. Per garantire il massimo comfort, un divano dovrà avere una seduta sufficientemente profonda (almeno 55 cm) ed uno schienale che dia un buon supporto per il tratto cervico-dorso-lombare, garantendo una postura corretta durante il riposo.
Una seduta sufficientemente alta da terra (40 - 50 cm), con imbottitura densa sostiene chi si siede senza farlo sprofondare, aiutando le persone con poca forza (o poco equilibrio), nei movimenti di appoggio o sollevamento dal divano e dalla poltrona. Una seduta di questo tipo agevola anche l'accostamento e il trasferimento dalla carrozzina al divano, in particolare se questo ha un lato libero senza bracciolo. Le imbottiture in piuma devono essere limitate ai cuscini dei braccioli o allo schienale, perchè troppo morbide.
Le poltrone con meccanismo alzapersone (che solleva e abbassa elettricamente la seduta, accompagnando i movimenti del corpo) risultano particolarmente utili per chi ha la tendenza ad abbandonarsi nella poltrona mentre si siede e per chi fatica molto a rialzarsi. In queste poltrone anche lo schienale e la pediera si possono inclinare e sollevare elettricamente.
Le poltrone relax, montano all’interno dello schienale dei meccanismi vibromassaggianti che attivano diversi tipi di massaggio, utili per lenire tensioni e i dolori muscolari.
Oltre ai classici modelli a due o tre posti, in commercio troviamo anche divani componibili con moduli aggregabili, elementi angolari e terminali di forma diversa. Questa tipologia consente di organizzare al massimo il relax inserendo poggiatesta, poggiapiedi estraibili, un terminale a chaise-longue etc. I ripiani e le tasche porta riviste da applicare al divano, assicurano comodità e funzionalità, soprattutto negli spazi ridotti dove possono sostituirsi al classico tavolino.
Prevedere in soggiorno un divano letto può essere utile in una casa che manca di una camera per gli ospiti. Nel momento in cui il divano si trasforma in posto letto, questo non deve intralciare la mobilità sovrapponendosi allo spazio di circolazione della stanza. Alcuni modelli di divano letto sono dotati di meccanismi che permettono l'apertura con pochi semplici movimenti, spesso anche senza togliere i cuscini della seduta.
Televisori
Un elemento ormai presente nei soggiorni di tutte le nostre case è il televisore. Questo apparecchio deve essere installato di fronte a divani e poltrone, il più possibile in posizione centrale e all'altezza degli occhi degli spettatori.
La posizione frontale è quella che affatica meno la vista e il corpo; una migliore postura elimina torsioni, tensioni a livello cervicale, contratture e indolenzimenti. Quando si dispongono gli arredi bisogna lasciare uno spazio di stazionamento per la carrozzina nella posizione ottimale rispetto allo schermo.
La distanza da mantenere rispetto alle sedute varia a seconda delle dimensioni dello schermo; in generale, si consiglia di moltiplicare la diagonale dello schermo, in centimetri, per 5 volte (es. un televisore da 22 pollici con 56 cm di diagonale va posizionato a circa 3 m dal divano).
La luce più adatta per una ottima visione è quella naturale, laterale all'apparecchio; posizionare il televisore di fronte ad una finestra, con la luce che entra alle spalle degli spettatori produce fastidiosi riflessi sullo schermo.
Il televisore va posto lontano da tende, poltrone o divani per evitare che il calore sviluppato dall'eccessivo utilizzo possa creare principi d'incendio. Sopra non devono essere posti vasi di fiori o piante: l'acqua potrebbe colare accidentalmente e provocare un cortocircuito.
Quando l’utente trascorre molto tempo seduto di fronte al televisore, le sedute ergonomiche, non troppo morbide, regolabili per schiena, braccia e gambe permettono di mantenere una postura corretta.
Illuminazione
L’illuminazione degli ambienti domestici è fondamentale per svolgere al meglio tutte le attività, e questo è vero anche per le persone cieche. Alcune volte siamo portati a pensare che i non vedenti vivano nel buio assoluto ma questo non corrisponde al vero: molto spesso infatti, conservano un senso della luce, del colore, e del contrasto. Una buona illuminazione aiuta a mantenere un certo livello di indipendenza nella loro vita domestica ed è indispensabile per tutte le altre persone che vivono in quella casa (familiari, amici, operatori sanitari ecc.).
La luce del sole è sempre la migliore ma deve comunque essere integrata con una illuminazione artificiale che, per quanto possibile, dovrebbe replicare l'intero spettro dei colori della luce naturale (e il suo tono caldo). Le persone con disturbi della vista causati, ad esempio, dalla vecchiaia o dalla degenerazione maculare, per avere una corretta illuminazione, utilizzano molto spesso delle lampadine con potenza maggiore che comportano anche un aumento di ombre e riflessi. Un risultato migliore si ottiene avvicinando le lampade e, se un occhio vede più dell’altro, spostandole da quel lato, concentrandole nelle zone di lavoro (es. illuminazione sottopensile). Una unica fonte luminosa per tutta la stanza, quindi, non è sempre sufficiente in quanto le operazioni che vi si svolgono possono avere bisogni diversi: la luce soffusa di piccole lampade da tavolo o a parete può andare bene se devo chiacchierare con gli amici o guardare un film ma per leggere un libro o preparare il cibo in cucina serve una luce più diretta.
Luci più dirette possono essere quelle poste sopra al tavolo da pranzo, meglio con elementi a sospensione regolabili in altezza; anche per gli angoli di lettura (o dove si svolgono attività che richiedono una illuminazione maggiore) servono delle luci più intense e orientabili in modo da non creare ombre che affaticano la vista.
Per le persone ipovedenti, luci troppo intense (con ombre marcate o abbagliamento) o troppo indirette (che appiattiscono la tridimensionalità degli oggetti e della stanza) rendono difficile la percezione degli ostacoli e dei percorsi.
Per illuminare la stanza evitando abbagliamenti o zone d’ombra applique a parete o piantane alogene possono essere direzionate verso muri e soffitto in modo che la luce si rifletta in maniera più omogenea senza colpire gli occhi. Molte persone sono sensibili alle luci forti, quindi l’intensità luminosa deve essere regolabile dall’utente tramite un interruttore o un “dimmer”.
Per ridurre gli abbagliamenti della luce diretta, sia dall’esterno che quella riflessa dagli arredi, le finestre devono essere dotate di tendine o veneziane che riescano a gestire la quantità di luce naturale che entra nella stanza. Modificare alcune abitudini può aiutare a migliorare la visione o a non affaticare troppo la vista (es. lavorare con le spalle alla finestra per evitare riflessi, usare lenti da sole polarizzate o cappelli con visiera, preparare il cibo nel primo pomeriggio invece che alla sera per avere più luce, ecc.).
Interruttori e prese di corrente devono essere posizionate in modo da risultare facilmente individuabili e raggiungibili anche dalle persone con gravi limitazioni visive.
I molti tipi di lampadine in vendita presentano svantaggi e vantaggi che devono essere condiderati in base ai problemi ed alle necessità di ogni persona.
Ad incandescenza: sono le tradizionali lampadine che producono generalmente una luce abbastanza "calda" (sui toni del rosso-arancio-giallo). La loro luce è altamente concentrata e stabile, adatta per l'illuminazione "spot" (per leggere, cucire, etc) e regolabile con un dimmer. Per contro, essendo concentrata, provoca ombre forti e sviluppano molto calore.
Alogene: emettono una luce ancora più chiara e concentrata rispetto alle lampadine a incandescenza. Evidenziano la gamma dei colori rosso-giallo-verde. Sono lampade efficaci, che illuminano con potenza minore però Si bruciano in fretta e si scaldano molto (non si devono tenere troppo vicine mentre si lavora e lontane da tende o altri materiali infiammabili).
Fluorescenti: emettono una luce molto più diffusa rispetto alle altre lampade quindi si prestano bene ad illuminare le stanze; non producono molto calore quindi sono utilizzate anche per l’illuminazione sottopensile. Con il tempo tendono a “sfarfallare” e questo può essere problematico per le persone che già presentano problemi alla vista.
Full Spectrum: le lampade a spettro completo sono state ideate per riprodurre la luce solare. Sono spesso consigliate per le persone con disabilità visive ma recenti studi hanno dimostrato che gli alti livelli di luce blu possono, nel tempo, danneggiare la retina.
LED (diodi emettitori di luce): offrono una bel bianco luminoso consumando molto poco. Con un’alta illuminazione e il minimo abbagliamento, rendono i dettagli ben visibili; sono adatti alle esigenze delle persona con problemi di vista.